demo_ne_mo
Copertina di " The Raven That Refused To Sing..." di S. Wilson |
sono l’oltreuomo
sono
alzaie e pietre
sono lo spazio chiuso in una ampolla di
senso
io sono il tempo di un errore in cui tu
cadrai dolcemente
se mi conoscessi per quanto ne so
diresti
non avrei mai voluto
conoscerlo
invitarlo al banchetto della fame e del
gesso
cacciarlo via dal villaggio dei lumi
amarlo
chiamarlo amico
benedirlo e imprecare i suoi padri
assieme
scrivere per lui quei due versi d’oro
nella danza di una nebulosa
dargli un nomignolo amichevole_
portare al fonte le sue marionette di
carta.
io sono un magico potere
io sono nero come il sangue dei fiumi
il sono blues e bocca di serpente
io sono prog e non potrai spalancare
sul mio desiderio una povera gabbia
con le mie lamine ti ricopro il
respiro_ muto, fui anche
arena e fui il manto d’oro disteso sui
campi verso il mare_
quello che vedesti e portasti sulla
punta della lingua
in giro per il mondo…
né fiori chiedo né che tu mi dica
io sono_
io sono
te
ma non mi vedrai mai in uno specchio
di calendule flesse al vento di
settembre
ho visto e ciò che ho visto
è per il mio tempio
di infinita gioia. rido di tutto e non
conosco
il nome di mia madre: siete forse voi_
viaggiante... i vostri nodi i miei nomi...
ho visto i vostri figli che
ora sono i soldati del mio esercito
le vallate gremirsi della mia peste
sotto lo stendardo alla molla
delle mie parole
e i monti che non si piegarono ho visto
al volere dei vostri santi impalcati
come numi di fiere
io sono
nihil e cammino gli spazi
io sono uomo
cammino gli spazi fra due margini di
niente
ma canterò il tuo nome perché se
smettessi di cantare
_ più di ogni cosa il canto_ io sono canto_
come gli squali
annegherei nel mio mare.
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