la mela di rut
i
ladri hanno in mano il frutteto
i
ladri hanno fra le mani il tempio del frutteto
ed
io ho voglia di una mela gialla
di
una sera di gala, voglio che mi battezzi,
figlio
mio, nel tuo nome…
fra
le vigne
sulle
alzaie dove da ragazza
imparai
il segreto delle volpi
e
i lord inglesi di ritorno dall’america per affari
mi
portavano la cioccolata più nera del carbone…
voglio
una mela.
gialla
come la fame l’ organza che ho
indossarla
mi basterà
per
essere nuda… lavare la tua armatura nel
fonte della mente
*
rompi
la tua cavezza e decifra gli
zoccoli…
fatti
beffe del capo dei ladri con
la
tua sherazade, portami
una
mela… lo faresti: il tuo coraggio
__
*
è
giallo, come il cielo quando non piove
da un mese nella valle
da un mese nella valle
anche la mia voce, senti?
mi parevi un fiore di melo quel giorno
che
eressero sul mio futuro
una
torre di niente_ fu il peso della più piccola molecola
all’interno
di una parola_ e nascesti.
quel
suono inventato
nell’attesa
di un bacio che mai ebbi! la strada
si
dinoccola fra i lumi addentati
dalla
salsedine
gialla
come i tuoi occhi di carta, accento che
non canta
e
gialleggia nei calici di vino_
qui
non arrivò mai una lettera d’amore a dolersi sul frutteto
ed
è quasi
l’ora
dei gatti
sul frutteto.
e
allora mi unirò ai
ladroni.
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