Dies Irae _ Formula 3 |
*
questo è il tempo della gioia.
benvenuti.
è il tempo dei duomi caduti sopra le
ali dei
piangenti a ore
ogni verso scritto
canta la fede perduta_ crediamo ad ogni
cosa, benvenuti all’osteria delle fate,
benvenuti_
il
giorno
dopo il giorno dopo il giorno
in cui si inseguono
variamente martedì e venerdì di
pulviscoli_ sembrano stelle, sono il ghiaccio
sul fondo del bicchiere_
intrecciati a mano sabati di mezzelune
lunedì con
caffè musica al cafè centrale sotto il ponte della miseria
contro cammini di rabdomanzia senza
parola
anche la sete è un segreto
che ci porteremo nella fossa.
ah se si potessero vedere le idee dei
nostri altari pensanti!
quelle ampolle di vetro, l’acqua
fragile, cambiando la critica
al richiamo delle soglie.
*
e come il gigante dai capelli d’oro
golia lo chiamano
anche noi avremo un’armatura
traboccante
saremo catturati per sempre da un
gonnellino di papavero, ci chiameremo
tutti gauguin e tzara, de andrè.
anche noi come lazzaro saremo guariti
dai mali della terra
noi come dino campana ameremo
le mani dei paramedici
mentre ci sfilano l’orologio dalla
lingua_
da ora in poi non ne avrai più bisogno_
noi come dylan, thomas, non bob_
avremo chitarre di versi al posto dei
capelli_ uno biondo l’altro unicorno
ma da te in poi amo l’oro e farò la mia
guerra
con quel credo ai talloni_ sia nero o verde
come il bavero delle serpi
io canterò l’oro fra le maglie della
mia
fioritura.
*
a lungo hanno cantato questi fiumi, chi
sono io
per tendere un ponte tra le due sponde?
nell’armonia dei flussi
prima che il nostro sangue sia scolpito
nella freccia di un arciere
e danzeremo sulle bandiere di
braci.
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