mercoledì 4 maggio 2016

las flores y el alma


Caravanserai di Santana C.




















las flores y el alma


la tierra no pertenece al espacio infinito del dios
de un hombre a punto de morir, por lo que también
se trata simplemente de que no quería ir. sumergir
los pies en el negocio de la guerra, como usted dice,
te amo como me encantó, pájaros raros en el interior
del alma del mundo. que vine a buscar la luz, en

el corazón de tu mente. que pobreza este corazón…
no tiene paredes, sólo tiene un gorrión de oro colocado
en su cruz vacía. yo era el mar, el sol sobre la mejilla
de la primera luna de los poetas, pero nunca fue un
buscador, yo estaba en una mazorca de maíz perdido en
el juego de las linternas. si me llamas luz,  no contesto, no
hay que la sombra de un sicomoro de agua
frágil en mi vísceras…

quizás una pluma, una silla para esperar a la entrada
del infierno de tu boca podria aliviar mi angustia por los
rescoldos de sonido en el que cae la noche inmortal...
o tal vez un vaso de cristal que canta las puntuaciones entre
los deseos de estos ríos que aún no existen: pronto el
limo en las manos llenas de gemas y rayos. voy a ser el viento,
tal vez, a fuerza de ser tan parecido a una boca de dragón,
probablemente voy a ser viento, y quizás, pasarè en tus cuartos
para ver si todavía conservas esas semillas de manzana;
te dije que vamos a hacer nuestro jardín sin fin
cuando en mi pelo la araña ha tejido su última seda

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i fiori e l'anima (versione 1.0)


la terra non appartiene allo spazio infinito del dio
di un uomo che sta per morire, così, anche
semplicemente, non voleva andare. immergere i
piedi nell'affare della guerra, come si suol dire.
ti amo come ho amato, uccelli rari all'interno
dell'anima del mondo. che sono venuto per la luce,

nel cuore della tua mente. che povertà questo cuore ...
non ha pareti, solo un passero d'oro posto
nella sua croce vuota. io ero il mare, il sole sulla guancia
della prima luna dei poeti, ma non fui mai un
cercatore, fui in una spiga di mais perduta nel
gioco delle lanterne. se mi chiami luce, non rispondo, non
c'è che l'ombra di un sicomoro di acqua
fragile nelle mie viscere...

forse una penna, una sedia per aspettare all'entrata
dell'inferno della tua bocca, potrebbe alleviare la mia ansia dalle
braci di suono in cui cade la notte immortale ...
o forse un bicchiere di canto fra i punteggi dei
desideri di questi fiumi che ancora non esistono: presto
limo nelle mani piene di gemme e di fulmini. sarò il vento,
forse, a forza di essere così vicino a una bocca di leone,
probabilmente sarò vento, e forse passerò nelle tue stanze
per vedere se conservi ancora quei semi di mela;
ti ho detto che faremo il nostro giardino senza fine
quando nei miei capelli il ragno ha intrecciato la sua ultima seta

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