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*
ho dormito
sopra cuscini fatti con sacchi
di mele,
come un vecchio imperatore bambino_ ho dormito
nella fioritura dei prugni
nell’orto dei
francescani
ho dormito con il mio camice annodato _dal vento alla
mia vita. __e ho vegliato fra i
pensieri stupendi
pensieri stupendi
di un amore incauto. ho dormito dentro vecchi cassoni
fra i giornali e le calze delle donne
nella bordura sciolta del mio seme d'aria,
ho dormito al centro di pire funerarie, ho dormito
in un bandoneon di vetro, in un
corredo di stelle puerili_ appese agli occhi di
chi avevo amato_ anfore di cielo si riversano in
musica
e io patisco ogni bellezza della terra.
e io patisco ogni bellezza della terra.
ho dormito nella mia pace di rupe credendo di
somigliare a dio…
ho dormito con le greggi sbalzate
in mezzo al maggese
in cerca di un filo di ruscello, ho dormito
nei versi dei poeti che mi hanno preceduto,
in quelli che scriverà mio figlio
in un ritorno di azzurri alla bocca, in un delta di
azzardi per pochi talenti.
*
le mani dei bambini
sorvegliano il tempio della gioia
nei loro occhi ho dormito gentilmente, senza
svegliarli.
e fra le rose di un libro trovato alla sosta
del
9d blufumo per la scuola
9d blufumo per la scuola
là ho imparato il nome della libertà in tutte le
lingue_ sangue fratellanza _
verde è il respiro dei papaveri_ e ho dormito in quel respiro _
verde è il respiro dei papaveri_ e ho dormito in quel respiro _
e ho dondolato le mie ossa
nei treni in viaggio per l'eldorado fino al centro
del mio cuore_ fui anche una danzatrice del ventre
piuma su piuma, la mia veste fatta di rivoli di versi,
filiformi versi_
il desiderio ha piume assurde fra i miei.
ho dormito in tazze da tè, nel brusio dei transistor,
ho scritto lettere d’amore
in cui ho dormito per anni,
e sotto luci al neon senza riparo. sui ponti, là
fuori, i poeti costruivano
città di alveari, ho dormito in quegli alveari,
serrata
ad osservare le orme degli dei che non ho mai
conosciuto;
io qui mi saldo, in una perennità abbozzata...
io qui mi saldo, in una perennità abbozzata...
*
se aprissi gli occhi
basterebbe
un battito di mani perché io voli via atterrita – un pendice sereno alla mia ipotesi di
luce - vorrei essere quell’aquila levata
nel grido dei poeti. i lumi accesi sono una
cinta di fango
spegnete quei lumi che mi sporcano gli occhi, lasciate che io dorma
con le mie quattro sorelle _ in cima
all'orologio...
spegnete quei lumi che mi sporcano gli occhi, lasciate che io dorma
con le mie quattro sorelle _ in cima
all'orologio...
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