Teresa De Sio_Villanelle Popolaresche Del '500 |
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riposa sull’argine del pensiero una favola di rocche
gassose…
abbandona
qui il tuo credo,
la morte è
un oste, ti invita a
fermare
il tuo digiuno...
anche oggi lo stesso sbocciare di fiori
i raggi inondano le alpi delle sibille.
chi è vicario, chi è re lasciammo a far muffa nei
forzieri con folgori di gocciole, con monete tinnanti di
una eterna
sorgente, coi piedi frullanti sandali
di legno illogico,
i sai, le tiare, i nastri di
una eterna
sorgente, coi piedi frullanti sandali
di legno illogico,
i sai, le tiare, i nastri di
polveri, di piume...
*
i nostri occhi bianchi di mandorli silvestri
rubini di mele appena staccate,
rubini di mele appena staccate,
continua il pagatore all’uomo senza stemmi - al centro
della vena un ceppo d’oro d’assenzio, in un batter d’ali… >>
poi tace ed entra al cospetto della propria
inflorescenza.
della vena un ceppo d’oro d’assenzio, in un batter d’ali… >>
poi tace ed entra al cospetto della propria
inflorescenza.
l’uomo di senso, il detrattore
il pagatore, l’uomo senza stemmi avvolti
il pagatore, l’uomo senza stemmi avvolti
in una luce color airone del sole.
questa - tu dici - è una storia immorale, di alcuni di
questa - tu dici - è una storia immorale, di alcuni di
loro non dico
nevischi, fortuna, ma i cieli-cava sulla traccia di
gonne di zingare_ i piedi d'argento_ le danze
gonne di zingare_ i piedi d'argento_ le danze
*
non so dove il tempo ieri
sia passato, ma
sia passato, ma
so dove il mio
cuore batterà la polvere domani, lacero dalla via...
con una camelia sulle labbra scrivo la mia
bandiera e l'oste mi verserà da bere l'elisir perduto
rosso d'oro, per dar forza alla
mia canzone...
con una camelia sulle labbra scrivo la mia
bandiera e l'oste mi verserà da bere l'elisir perduto
rosso d'oro, per dar forza alla
mia canzone...
sui rami gelati il ruscello del cielo.
e ora lasciate che continui _la mia storia.
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