Vaishnava Bhakta's |
o
mio tacchino,
cresta dorata, sfinito sulla
polpa
o
mio tacchino, cattivo come il tempo
il
sole s’infranse il verso doloroso
l’infame curvatura della mia morte aureola contro
la corona_ ebbi un regno calamita
chiusa
una
rovina di tini._
dentro la lingua magmatica
il balletto, l’intrico disfatto che
molto non svela
i miei giorni di terra
scorrono tombe leggere alle stelle
nel folle un silenzio, sorriso chiuso
una ruota macina
*
*
marciando fiorendo tracimando
superare l’incrinatura in voli, non ade
la vita…
senza neanche fermarsi all’amore spasmo
contro
spasmo
ora
è inutile dire il passo sulla
bella
stagione.
*
ma ieri o mia ecchimosi
il bozzetto _ colmi di rumore_
il bozzetto _ colmi di rumore_
non avverrà
per
quanto sia l’abisso idea di fortune che erutti_
a
caritare la tua mano turchina
la
mia.
*
ma
ieri o mia agata
agilissima
tu
sei lo specchio al centro del maggese
che chiedi calore violini un sepolcreto
facile sotto le tue palpebre
la febbre che racimola un motivo di
orologi
o tenue arabesco di brina... in sordina
templi eterni sulla raffica d’alba
il tuo spettro d’origami il tuo ventre
un macinatoio
impregnato d’oro china, bionda lebbra inginocchiata che
geli le are.
*
prigioni o mio famigliare
disprezzo rigagnoli
fischianti
alle tue dighe cave sul fertile pentagramma
o mio, per qualcosa da superare
in
schiavitù nel gancio _ sorgenti secoli disabitati -
nudi all'imo di _.
nudi all'imo di _.
lungo la strada per il
vecchio mulino i cani
stanno abbaiando, tu ricuci
la mia maglia
di ferro, lentamente,
da cent'anni che non sfioro il tuo argine di raso.
*
minerva infelice __il delta del niente ch'è in me.
da cent'anni che non sfioro il tuo argine di raso.
*
minerva infelice __il delta del niente ch'è in me.
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