Jon & Vangelis |
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telaragne disabitate_ai soli della
lotta
che non da’ commiato_
ti saluto per l’ultima volta, minuto, croce di nessi_
Giuda, rosa come la sete dei peschi,
lento
il tuo fiume, lento_
lontani
i mondi
all'istante, anzi, mai stati_ più che un tempo
desiderio, nervi. ogni profeta un falso_
io
non so... io non so di sapere...
*
decantare le parole,
i coralli, una corda di liuto
tenta il tuo viso nel buio. per evi già
scritte, le voci, i coriandoli,
tele di fuoco.
tele di fuoco.
tu
che fai storia, tu, l’altro, singolarità, che ne leggi
scirocco che sai, acme _ barocco_ diapason fuso_errore
che solo senti
nel rigoglio della pietra _ estimano
la valuta strani arrivederci_ l’animo
che vaglia, almeno, l’ottativo o che vigili.
e allora né so dire
e allora né so dire
se sopra l’altro approdo il biasimo che
frammenti il tuo fiuto
nelle stelle, il fegato valicato
in lumi.
nelle stelle, il fegato valicato
in lumi.
*_
piuma per i canti _ sole nativo
del tuo ciglio.
ho vissuto sul crine del
bene chi fui santo e
puro di mescita _ ebbi per poco un amore valicabile_
vi credetti il mio tempo
tardi la mia giovinezza_ma un amore chiuso
di lanterne ultramarine,
luce buona che non parla..
luce buona che non parla..
*
senza nessun messaggio
importante
su questo viavai una lettera d'amore tu che abiti il mio tempio. non avevate
un limite mani mie nude
senza nessun messaggio
importante
su questo viavai una lettera d'amore tu che abiti il mio tempio. non avevate
un limite mani mie nude
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