Cover del disco Canto di Primavera dei Banco |
metri abbandoni
laceramenti lune
lime misura l’essenza in tagli di luci
_
figli… spose ciliegie
dai capelli di cobalti rapiti come nei giorni di
scuola, anzi: squola...
annunci agli angeli senza labbra
metri lasciti cesarei domeniche di voli
sopra lo stagno
libellula io la rosa_ la posa _
la cosa qualunque
ascolta_ neve_ non lontano dalla tua
miniera_
*
forse domani una parola come amore
libertà guerra fra i mondi
che non andrebbe mai pronunciata vita
girotondo sempre_ sì ma dacci almeno
una certezza_
stringati ora nel mio cerchio,
eterno, slaccia la fatica dalla mia
veglia
piaghe lune laceramenti rossi
i rossi accesi rossi, tarli i
flauti suonati solo per la gioia/tristezza
c’è fuori lo strillone lancia piume
di gesso
contro il vento vuoto/pieno
c’è l’albero che china il frutto
rosso/invitto
c’è quella lettera d’amore che ho
scritto cento volte
per mille uomini che non ho mai visto risparmiare almeno il mitilo del
cuore_ si scrive con il sangue chi scrive io sono.
per mille uomini che non ho mai visto risparmiare almeno il mitilo del
cuore_ si scrive con il sangue chi scrive io sono.
c’è vittorio che ha vinto_ lì fuori_
non contro: per
c’è fabrizio, c’è paco battono il
piede a
ritmo del nulla...
ritmo del nulla...
io?
*
fra un giro e l'altro della clessidra_ ho
inventato lo spaccapensieri, l’eterna masturbazione
: chi
inventato lo spaccapensieri, l’eterna masturbazione
: chi
non ha tane in cui fissare
sorgenti di magma
xl _* libro che sfogli, ragazzina con il rame sotto le unghie la pietà del tempo
sorgenti di magma
xl _* libro che sfogli, ragazzina con il rame sotto le unghie la pietà del tempo
sulla pietra_ c’è quel libro fatto di idee su pagine rosa
la
la pesca prima di essere fiore ha in sé
il segno del nulla_ batti il piede_
il libro che stai scrivendo nina già
lo sfoglia
da un’ora_ lì
con il rame sotto
le unghie, nelle dita i tasti di un
armonium.
i nervi
gli abbandoni... trincee di fiumi, lumi
numi
i tuoi fiumi_ amore, i miei numi, torce
silenziose la luce un dirupo
ogni esenzione una rupe e sul colle fra
le conchiglie delle nubi
la libellula non osa _io_ e d’esser
volpe_ nel gioco
di mondo il sonno fondo dei giocatori
di sogni_ c’è_le belle parole sistemate
come i denti di una dentiera_ chi ha denti mangi
pure ogni pane moltiplicato.
c’è che c’era una volta una canzone… il sedano nel brodo di dado, fausto, il mio dentista, e
la mia ultima ora...
la mia ultima ora...
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