domenica 3 aprile 2016

cantando



cantando










cantando
cantando jeff, superficie
plausibile
i giullari che ho pagato danzano sopra gli ibischi aperti…
danza di dervisci, salute a tutti,
cari sonagli, monache della seconda campanella
prima della refezione.

…sulla camicia nerboruta

*
pause e tricorni
labari e cifre sommarie                                
fra gli stermini di sillabe delle galassie
a stemmari distrutti, a labari e guerriglie
ogni cosa ha un suono suo
anche la tristezza_ pizzica la corda giusta
se vuoi che si apra la tana gentile edenica o ascolterai il canto
di una poesia senza lingua, ma l’ugola biforcuta…
sirena_ nella chiarenza delle
durezze di scorta…
non potrei dirti che è silenzio ciò che odi
ciò che potrei dirti è di
cercare un maestro che sappia cuocere la cera e separare il miele dalle ore
inala e sputa quanto basta
per l’affanno_  come una bugia nel vento…
che gema o si plachi_
a lato del santuario ci sono i giardini di san michele
meglio di chi ti si apprezza per quel che vali…
nello scampo dalla folla... tu non sei
agnese o forse...
a dispetto di tutto… si ma beh... iliadi d’amore vagai in cerca di un dolore puro
per scontare l’era del plasma_
cercai i tuoi occhi vi trovai l’urna del desiderio…
piccole musa...nel cerchio dei musanti...
*
_ riveniva dal mare quel piccolo
gabbiano: felice _ ci dicemmo_
ogni giorno contro la logica delle finestre
e felici di vedere tanti i sensi al fuoco dei megafoni
al fluire dei magmi subsanguigni i magenta
sillabati squama per squama
avresti detto i tuoi segreti i tuoi ampi spiazzi
dispersi nel sale ventoso…

mr. livingston per una strana
tristezza del futuro_
sopra il sonno delle case di cobalto_ non vivemmo lì
che per una notte
sei anche tu felice? come noi felice? …
felice felice… o felice?














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