le
ragazze
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così che non
fosse solo
una parola
il battere
alla finestra col suo becco il vento
fino a
quando si aprissero le falde del giorno
ci articolasse tuttora, desse moto di likembe
agli arti.
*
_nell’asse un giove
bassorilievo le fonde gole d’oro a causa delle ginestre_
e un sole
sbottasse
teneramente
incurante_
*
fu generoso
e celeste, chissà dove brilla adesso
l’estate di
san martino…
la bella stagione anche nel diluvio dei suoni
prodigi di
muse non richiesti
la
non-assenza spettacolosa_ abbacina il lamento
con il tuo carico di bilichi di vettori, variabili
parallele _ qualcosa
di nuovo?
lo
sterminato che ascolto con quel raro che ho imparato_
noce di
burro_ ben gradita_
nella trama
dei giocolieri.
camminano due ragazze
_ fianco a fianco_ i capelli tessuti
in un’unica treccia.
hanno fra i mille e i mille anni luce di spazio.
chi sono?
non so. ma sono secolari, sono mute come
il grano
offerto. né io né tu
urlando come fiere_
potremmo riconoscerle_
ci somigliano, sai?
portano fra le mani _ la muta del serpente_
una rima notturna sbava dal fondaco aperto, e loro
camminano.
e non si
voltano per nessuna
ragione.
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