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Foto di Carmine Petruccelli |
la resina di gommalacca
stesa sul
tuo costato – non per serbarti illesa,
ma per una congiunzione classica
per la delicatezza delle tue fitte
- la bambola indossa un vestito di pomice,
è la tua bambina eletta, non le hai insegnato
a parlare calcandosi nel guadagno
dei tre sensi che le durano gli occhi – e così non la
inviteranno
alle galanze sul lago. spingila, pregustala - e volteggia.
sono nove i sensi se conti oltre ai soliti
l’arancio, il crine rosato sopravvissuto
all’infinitesima cifra,
l’ universo
dei relativi e gli acquitrini,
il lattice circolare del mitilo rosso
avverso, la paura.
*
il tuo respiro di bestia,
inaudito raccolto,
è grano in una
ghirba gassosa_ e fatta di pazienza_
ricorda quanto è tenue l’errore degli aratri
sopra l’argomento della deriva _
la te cosciente, la te viva.
*
e tu variami in una lenta
sapienza,
il tuo viso di carta ostinata per scrivere misticismi
di odio
la pupa saggia i primi nessi_ proteggila con bottoncini
di raso,
bulbi di fuochi sotto la lingua
con il sangue di una supernova felice_
culti di rabbia in massimi di pizzo_ il cuore dato in
offerta
dalla servitù che frigna sulla tua corona arborea
mentre la partorisci.
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