sabato 26 marzo 2016

non bussa mai alla porta



non bussa mai alla porta


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risolvere
dove si sia confuso il verde che
era nel tuo cuore,
che era il cuore del tuo cuore…
non il verde della fiducia_ 
l’avevamo persa da tempo
la bottiglina di quel profumo francese?
forse. e forse la dolcezza rabbuiò in te la mia inimicizia.
il verde occhi del tuo gatto _pistacchi_verdi_
un verde illuminello che si divelse
dalle profonde intimità del catino
c’era anche qualche usignolo che danzava un sibilo nella pioggia
leggera sulle tue scarpe di ballerina.
verde eternità, quante mani ancora da stringere! nera eternità!

*
guai a chi vuol servire una
legge di dolore_ ammoniscono
quelli che sanno_
e scolorì pian piano anche il rosso dalle tue guance
divenne il bianco agiato delle madri_
il ritiro dai giochi di mondo, non perchè madre, ma lo chiedesti
bianco _ perché sono un occidentale_

*
il dente di leone d’improvviso
ha occupato tutto lo spazio
tu pensi a un giardino di aprile, ma era il rito della muta
del vino in canzoni per le culle inerti_
attraverso lo spiraglio aperto il solito  orto di limoni
agghiacciato nel momento in cui tutto nasce
e più non può morire. pendono all’imbrunire i frutti -
povere applique accese per giustificare. ci fu un tramestio _ armadi e arpeggi
di ringhiere:
un bambino era nato nelle città dei mondi…

*
una volta  ci infilammo 
           a una festa, vestiti
con i tendaggi rubati fuori, fingemmo di essere
gli ospiti d’onore
al solito modo furtivo della vita 
                                           di infilarsi
ovunque, e quando fummo finalmente 
                                                       ebbri ci cacciarono...
                            entrammo senza bussare
                          alla festa 
                                    nella casa 
                                                 successiva
                                                         io saffo, ci dicemmo_
                                                   tu alceo. 
                                     il merlot sapeva 
                       di tappo, ma spetta 
               a un poeta
           il brindisi
                   ardente, 
                     e brindammo.













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