domenica 27 marzo 2016

fratello



_fratello_


Foto di Carmine Petruccelli











































lontanamente e nella cruna
e nel dirupo
scritte in bianchi fading le pagine errate che suonano
_vesti di seta_ il motore sacro che  avrebbe dato gratitudine
avrebbe dovuto_
                                                   allietano il cerchio della 
                            mente rapido i fogli bianchi... le carole assurde
difficile pensarne uno perfetto_   spendersi in rade esistenze
ma a chi importa…
meglio la forma del vaso: non  si sbaglia mai
quando si pianta un’ansa di rose_
nel vento… in un canneto di organo...
ah… daverro potessi!
la poesia ha rovinato
ogni rivo in cui ho immerso i piedi… ma posso chiamarlo rivo, allora
grazie, poesia. non potevamo permetterci altro
che un orto di legumi e qualche roseto, sì.
affacciato sull’oceano, e fu l’unica nostra vera tristezza
il quieto andare delle culle vili
infanzie ninnate invano_
difesa? desiderio? un verde tossina che
potrebbe risollevarci dallo spasmo di una stella ponderale…
no,

*
niente di tutto questo
un foglio di carta, una biro mezza secca_
sul tavolo di pietra
gonfio di armenti al prato
il vino per compare. ed eravamo soli al mondo
tutti i 7 miliardi e rotti
tranne noi due che camminavamo
mano nella mano.









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