lunedì 8 febbraio 2016

lucerne

Foto di Carmine Petruccelli














1
sono un poeta sconosciuto,
pianto quando furono vinti i re del tempo
nella vela tirata io voglio solo abitare,
a filze di granuli di fuochi.  
sono un poeta
uno sconosciuto
puoi dirmi che le mie mani gridano sopra ai tamburi della polvere, ma
erano solo una carezza, e fra i templi perduti nei boschi.
bevvi la mia guazza di dolore. nelle mie frescure nessun oro:
allegoria di una colomba nera,
ho pianto quando i miei amanti scorsero nelle mie parole
un vocio di culle.
scommisi sui quiz, mai sulle repliche
i miei figli furono uccisi e mi frustarono
con un velo di poesia: avevo nel cuore la bugia di una vernice
neutra e per tanto infinita. non potevano soffrirlo.
nulla di più saggio mi fu fatto
nulla
alla mia nave di astri in un sasseto 
celsete.
se taccio ti pare che io attesti la mia conferma
ma io imploro il rifugio di un <<se>>  in cerca
di una riconsegna che fugge il silenzio, e il mio crimine fu sottratto allamore
che so e non so chi sono. e dissero al mio cuore: sellato finituro, fioritura cosa di niente
ma gridai e sfrenai pietre alla mia vox di cagna
in sé celo losso da meditare solitario.
e
mi diedero il sangue-miele maledetto
in un mentre
di nichel che non coprivo il mio viso
con la paura: fu il mio violo, l errore spia che in questo
libero rigo sottile _ un valico
sul fegato di lamelle sibilline_
tu riempi e rivuoti sfidando le creste del vizio con le cicale delle sillabe.

2
ebbi grazia
sopra al mio povero colpo di pinna caudale
ed ebbi il silenzio dove un urlo
ed ebbi un alfabeto fischiante
si rifiutò il sangue di brindare.

il mio dio mi chiese che placassi il fido
nel latice secreto delle lucerne
e nessun filo mi avanzò!
né un peso della stadera pura che diedi ai miei occhi.

unite le dita come ali alle tue,
piedi veloci_ come biro
trafitture di
fiori taciuti_ non chiedesti e ti annunciarono, e solo in salita
fosti colpito. gli altri, come grani di rena contano i dolori, galleggiano
nellorrore come su di una penna
confusa, amarli è essere poeti
amarli infinitamente è essere Poeti; amano fino
allincubo mai un - però - mai un - per niente - e pregano iddio
e innalzano larca dellalleanza, a intervalli
a un pensiero che intacca lasfissia
irriflessiva.

3
compresi
in me
un troviero può suscitarsi un facile
amore a un intrico di flutti in seta-pagina _ come la gola_
compresi in me_
_sbocca vivere con verbi fiscali_
i trovieri hanno un dirupo di gioie nel cuore.
a danzare sul roseo liquirizio dei lunari delle muse;
cento, centomila che cantano e si schiudono in vitro,
il canto degli altri, la coltiva di qualcuno.
_quel muro di salici piangenti luci_
ma non si estingue il ratto del fisso pattuito,
lintera gamma dei butti in caldani di rime
con i loro nomi pubblicati nei necrologi assieme allattestato di parto
con i loro nomi odorati di carte laiche
_come la fame_  e finalmente luomo si ama.








Nessun commento:

Posta un commento

I COMMENTI SONO IN MODERAZIONE.
SARANNO PUBBLICATI SOLO DOPO MIA LETTURA.
GRAZIE, ELIA