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1
Ho perduto il mio amore,
una piccola spilla.
Piccola.
Piccola.
Piombo da poco, la pulivo ogni sera: un
limone aperto, per farlo brillare
Ma ogni cosa luccica, adesso. E
mi sperpero per il mondo.
E' difficile camminare su un filo
spinato di rose.
E il santuario_
è scomparso. La parola vera.
la fontana, il castello
Crescono gli ulivi, la terra, fra i panni
sporchi degli ospiti per la vendemmia. E
qualche
poesia sottratta alla biblioteca
della missione.
Rubata, aperta come il
fico quando
è maturo aperto. Rubata.
2
Mio Padre veste di bianco,
da quel giorno,
per il lutto, e più non si è
tagliato i baffi, e va scalzo & non
mi chiama
per nome,per non spaventarmi
e non
ferire troppe ombre ai miei lumi
naturali
che sono semenza e legna per San Giuseppe
che sono grano e sono miseria.
E non parlo che di roseti,
alle mie spalle.
3
Ero una merla dal collo bianchissimo ed
ora non trovo più la mia
spilla. Qualcuno l'ha vista? Era
piccola fatta di
pane di sete. Era piccola
di paglia. Un'ape.
E mi strappo
la voce a forza di chiamarti, Amore.
Nevica, da quel giorno, ogni volta
che mi innamoro. Ma tu sei forte. Sei
una cavalla
che ha spezzato la briglia, amore.
E hai una grande serenità
di specchio.
Mi hanno legato alla gola un filo rosso di lana. Colore del sangue.
E madre te chiamo, ogni voce che
mi tiene - in balìa
delle mie farneticazioni di
luce. E invece
rivolevo soltanto la mia
spilla perduta.
Elia, Michele Belculfinè
ore 12e30- 21 Dic, '12
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