domenica 12 giugno 2016

la vita facile o la vita felice!


Cover dell'Album Golem de "Le Porte Non Aperte"

























*
quando poi d’improvviso noi vedemmo spazi aprirsi fra i vinti
margini del vespro
inserirsi il nodo danzante
di un flauto; sotto
la luna, in quel poco che resta, bere a un
pallido flauto di fuochi d’un fiato
le quartine perdute accecanti
in un fischio
infinito nella sibilla di pochi talenti, nella sillaba

*
finale che fa il futuro_ pioverà_
per il corpo movente del giorno intagliato che non venne_ o non vedemmo
flettersi la luce nello specchio del genio_
il tempo arriva, il tempo se ne va; la primavera sa la lenta lusinga

*
dei nevai, eppure battono eternamente i coriandoli
del mio cuore_
io non ho tu non hai egli non ha
il mantra scolare_ la raffinazione darà una inflorescenza segreta
colmerà il rosso delle mele selvatiche
griderà di neonascite la notte_ noi siamo, egli fu tu saresti_
un modo di pregare a denti stretti_

*
sveglia
parla un rapido oceano, ai pioppi mancano le forze
di recitare il memorabile banchetto
che verrebbe alle miriadi fra le vampe incavate, trattarsi di conchiglie e di pollini_
allacciarsi immobili età
vengono al tornio
i grani legati della voce_ disperdi, nell’inezia  
dei massimi, chiamarsi perla in prima persona
è raro, ma tutti siamo fiori di uno spasmo, anche
o forse sopra ogni cosa l’amore_ anche o forse
pari il suo nitido perno
a cui ristagna il peso addetto alle illusioni.


più non si chiedono gli opposti:
il tutto è in uno_ i poeti fanno del loro meglio
e allora sarà spezzata ogni chitarra, data
a lingue di fuoco la partitura_ che sia solo il poeta
congiungere al nostro sé la meraviglia
delle gestazioni:
che non sappia fra amore e il cuore alato
ebbro, il cuore fra i gelsi
                                   e i rupi
*

i bonzi alle nubi di sabbia_
una caverna dignitosa. per tutto questo tempo non siamo stati che semplici
burocrati del dolore.












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