giovedì 23 giugno 2016

fausto, il mio dentista...

Cover del disco Canto di Primavera dei Banco


















metri abbandoni 
laceramenti lune
lime misura l’essenza in tagli di luci _
figli… spose ciliegie 
dai capelli di cobalti rapiti come nei giorni di scuola, anzi: squola...
annunci agli angeli senza labbra
metri lasciti cesarei domeniche di voli sopra lo stagno
libellula io la rosa_ la posa _ la cosa qualunque
ascolta_ neve_ non lontano dalla tua miniera_

*
forse domani una parola come amore
libertà guerra fra i mondi
che non andrebbe mai pronunciata vita
girotondo sempre_ sì ma dacci almeno una certezza_

stringati ora nel mio cerchio,
eterno, slaccia la fatica dalla mia veglia
piaghe lune laceramenti rossi
i rossi accesi rossi, tarli i flauti suonati solo per  la gioia/tristezza
c’è fuori lo strillone lancia piume di gesso
contro il vento vuoto/pieno
c’è l’albero che china il frutto rosso/invitto
c’è quella lettera d’amore che ho scritto cento volte 
per mille uomini che non ho mai visto risparmiare almeno il mitilo del
 cuore_ si scrive con il sangue chi scrive io sono.
c’è vittorio che ha vinto_ lì fuori_ non contro: per
c’è fabrizio, c’è paco battono il piede a 
ritmo del nulla...

io?


*
fra un giro e l'altro della clessidra_ ho
inventato lo spaccapensieri,  l’eterna masturbazione 
: chi
non ha tane in cui fissare 
sorgenti di magma
xl _* libro che sfogli, ragazzina con il rame sotto le unghie la pietà del tempo
sulla pietra_  c’è quel libro fatto di idee su pagine rosa la
la pesca prima di essere fiore ha in sé il segno del nulla_ batti il piede_

il libro che stai scrivendo nina già lo sfoglia
da un’ora_ lì
con il rame sotto
le unghie, nelle dita i tasti di un armonium.
i nervi
gli abbandoni... trincee di fiumi, lumi numi
i tuoi fiumi_ amore, i miei numi, torce silenziose la luce un dirupo
ogni esenzione una rupe e sul colle fra le conchiglie delle nubi
la libellula non osa _io_ e d’esser volpe_ nel gioco
di mondo il sonno fondo dei giocatori
di sogni_ c’è_le belle parole sistemate come i denti di una dentiera_ chi ha denti mangi
pure ogni pane moltiplicato.
c’è che c’era una volta una canzone… il sedano nel brodo di dado, fausto, il mio  dentista, e 
la mia ultima ora...










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