sabato 25 giugno 2016

nero com'è nero il giallo e il ciuco





















blues il mio nome di battesimo;
lasciato case
vuote, cari, volumi alle mie strade per non essersi
dette da un capo e l’altro del lampo
il nome che i poeti hanno per la luna
come bianco il blues pare a una vena di sguardo
appena desta... sapevi?  luna di fiori di suono fra i diari perduti
dei naviganti, \ quando ti ho conosciuto
non ero che una giovane serva/

*
blues anche il nome dagli amici, dato per scherzare,
stretti a portaspilli su di una panca, orfani
di ogni amore che domani abbiamo vestito di un défilé di
carrozze


*
negata l’ allegria a lettere d’oro  che vigili,
sopra un vetta di stelle nude, dire che
m’ami qualcuno pure se ho
genti che alienano il mio cuore …ma l’amara allegrezza…
i florilegi di coccio:_ pure quello vietato alle mie leggi
nei replay in cui ti vedo, senza dir voci,
viluppi, modi, e ti nascondo
lì, in un bulbillo
di mondo, il fracasso di una culla senza fiamme_ ridere da qui
al centro di un furto_ senza istanti, la fanfara di chi siamo nella barbarie
di un sacro non muoversi, per la corsa
dell’infanzia…

se lo facessi, violassi le loro leggi _ mentre dormivo
nel giardino delle idee_
mi bandirebbero, certo,_ dalla 
capitale_ e si sta bene qui
il vino come il miele_ il carbone  riarde nei bracieri_
la cittadella di limo, con precisione so dirti
che ha mangiato oggi il fabbro
che cotone ha usato marinella per imbastire una voce
nuova nuova...

oso a volte un rondò \ di una 
nuova nerezza
il contorno agli orli dei miei margini.
ma ho la danza del seme di cotone piantato nel sangue,
il fulcro di una lappola che piange…


*
un fiume sopra la mia ultima casa_ non avrò che pochi anni nella sporta  ai lati dell’addome_
un fiume e nulla più. invece di un corteo 
di rose.
















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