Copertina del disco "Aria" di Alan Sorrenti |
le mie processioni sul mare degli
arrivederci
a guardia di un cane il cancello
verso un tesoro di profumi indiani
lo abbiamo cullato - dicono -
quando sarà chiamato a sè riposerà nella tomba di famiglia con il nonno
e lo zio_ lo abbiamo chiamato cerbero, con lui non si
scherza_ vero,
bello? Dà qua… e sa danzare sulle
punte.
cerbero il temerario.
*
il figlio dei giardinieri_ mi pose fra
le mani
un gambo di rosa
va nella terra_ poi avrai il tuo
templio_ pensai
confronto al mio strascico il tuo
non vedo che poesia intorno… dissonanze
e ritmi
di mani battute schiariscono il cerchio
in cui mi stringo
in controtempo… nelle casse, dove ho
rinchiuso Tolstoj, vuoti di vino
mai finiti in canzone_
bacarach e qualche mela a seccare
sull’acciaio,
il resto di balconi mai visitati.
*
una fiera di maltempo; il cuore è una
sibilla che
parla la lingua dei cosmi
e dei consumi. il cuore malridotto a
furia di chiamare sé in un altro
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