venerdì 4 marzo 2016

madrevite






ma dr e v ite

Foto Dal Web


























ho scritto poesie e

vinto qualche concorso, diffuso
un nodo scorsoio a  mie spese.
ho scritto canzoni
suonate davanti all’idolo del vino
e nella solitudine delle mie finestre
ho dipinto sopra le foglie di tè con ritagli di giornali
la mia gala disdegnosa in un quanto di agitazione.
mi piaceva che tu vedessi in quel caffè sul corso la scia di una guado
incerto, ma tu sei una disonesta usanza…
ho fatto l’amore.
ho mangiato gli asparagi.
ho lavorato come bagnino, guardaspiaggia
ho fatto il cameriere, anche in un call center,
ho restaurato un tavolino da cucina di metà
 ottocento
a cui siedo sulla mia sedia del ‘20 che ha l’offerta
di una confessione astrusa.
ho conosciuto il manicomio,

mi sono suicidato, sono persino sopravvissuta_
ho fumato
azzurro intenso dalla bocca di mio figlio_ e ho preservato
la mia verginità per pochi soldi da una mano sitibonda
una deriva pura di massa che fu
madre
ho conosciuto il bene e ho conosciuto il male,
entrambi mi hanno scritto
una lettera di raccomandazione
ho delle referenze lodevoli_ mi dicono_ le faremo sapere.
ho pesato e ho rubato dalla bilancia e ho finto di essere un confessionale
sibillino, ho incendiato una cattedrale
fatta di rondini…
e ho fatto l’amore per un paio di sandali di cuoio_
la rota del gin è meraviglia, l’ho vista fra i miei capelli,
e quella di molti enigmi risolti senza sforzo_
ma il mio pensiero
trafitto dalla luce chiede che lo sbucci come una pesca inopinata
sfiorendo denti di leoni in ogni raggio,
primavera…


*
le maggiori attrazioni di un lunapark si
basano sulla paura e ora dici che è stato divertimento_

tutti quegli anni…










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