ma
dr e v ite
Foto Dal Web |
ho scritto poesie e
vinto
qualche concorso, diffuso
un nodo scorsoio a mie spese.
ho scritto canzoni
suonate davanti all’idolo del vino
e nella solitudine delle mie finestre
ho dipinto sopra le foglie di tè con
ritagli di giornali
la mia gala disdegnosa in un quanto di agitazione.
mi piaceva che tu vedessi in quel caffè
sul corso la scia di una guado
incerto, ma tu sei una disonesta usanza…
ho fatto l’amore.
ho mangiato gli asparagi.
ho lavorato come bagnino,
guardaspiaggia
ho fatto il cameriere, anche in un call
center,
ho restaurato un tavolino da cucina di
metà
ottocento
a cui siedo sulla mia sedia del ‘20 che
ha l’offerta
di una confessione astrusa.
ho conosciuto il manicomio,
mi sono
suicidato, sono persino sopravvissuta_
ho fumato
azzurro
intenso dalla bocca di mio figlio_ e ho preservato
la mia
verginità per pochi soldi da una mano sitibonda
una deriva pura di massa che fu
madre
ho conosciuto il bene e ho conosciuto
il male,
entrambi mi hanno scritto
una lettera di raccomandazione
ho delle referenze lodevoli_ mi dicono_
le faremo sapere.
ho pesato e ho rubato dalla bilancia e
ho finto di essere un confessionale
sibillino, ho incendiato una cattedrale
fatta di rondini…
e ho
fatto l’amore per un paio di sandali di cuoio_
la rota del gin è meraviglia, l’ho
vista fra i miei capelli,
e quella di molti enigmi risolti senza
sforzo_
ma il mio pensiero
trafitto dalla luce chiede che lo
sbucci come una pesca inopinata
sfiorendo denti di leoni in ogni
raggio,
primavera…
*
le maggiori attrazioni di un lunapark
si
basano sulla paura e ora dici che è
stato divertimento_
tutti quegli anni…
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