martedì 16 febbraio 2016

blues

Foto di Sara Capomacchia
















1
oggi non ci saranno
sulle mie vesti
sordi lustrini. 
2
dicono che le parole sono
vuote
io dico che sono vuoti da riempire; le parole sono pericolose
se le si lascia   violini spezzati.

ho provato a camminare
nelle parole_ un boschetto di loti_ e lì il fiume 
bianco dove tutti i poeti furono battezzati_
dopo tanto che mie ero fermato ad osservarle e il mio cuore non ha potuto sorreggere il peso
di quel grande amore che mi avevano gettato addosso
come una scomunica
sotto quel peso sono caduto.

e  allora ho scritto
 una preghiera,
i monti si sono chinati al passaggio delle voci 
che pregavano con me.

 3
stando 

in piedi all'ombra dei loti, signore,

ho voglia di sognare una zolla di terra infinita, di giocare con l'eco nel puzzo di stabbio

di somigliare  a un'isola mattiniera. 

e non mi'importa se la  montagna 

 è troppo  rocciosa, se è impervia la liberazione

_l'odio è una brutta parola, e mai più io la pronuncio_

 tu costruirai lì la mia casa, vi accederò da un libero sentiero illuminato

 non m'importa se  le finestre hanno i vetri rotti, se  l'acquazzone

è sceso  come un furto, come una  dinamite impazzita  e ha inghiottito 

la piana delle lucciole,  non m'importa

se il fiume bianco ha nella bocca  una lingua  di serpente: mangio 

dal tuo paniere  di frutti  sempreverdi e sono sazio anche nel digiuno__

signore  io prego con te.  che io muoia qui, adesso, tanto sono felice!

 sotto i tuoi  cieli              ultramarini  io prego  e rido e prego

con te, signore.

 4
è nel  fiato dei fabbricanti di parole che si combatte
la più grande battaglia, la battaglia di tutti
un canto fatto di pozzi  nella pietra, di soli colori, che sia arancio o nero, e che plachi
la tua inquietudine.

ho comprato un rasoio
e qui son venuto
per incidere il tronco
dellalbero di loto sfiorito in un giorno,
vicino al ciglio spinoso,

per vedere se dio mi 
avrebbe punito.
raccontano che sia il suo albero più caro, è
la rima più difficile per un poeta

e dio mi ha scritto la sua la lettera d'amore sopra a una carta di zucchero

è un fermaglio sulle casacche aperte,
non vale nulla in danaro, ma non lo togliamo mai.
è quellalbero di loto la mia anima fiorita sul filamento di una armonica che suona solitaria
azzurro è il filamento di quellarmonica che suona solitaria
l'inchiostro è la linfa dell'albero di loto.




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