Foto di Sara Capomacchia |
1
oggi
non ci saranno
sulle
mie vesti
sordi
lustrini.
2
dicono che le parole sono
vuote
io dico che sono vuoti da riempire; le parole sono pericolose
se le si lascia violini spezzati.
ho provato a camminare
nelle parole_ un boschetto di loti_ e lì il fiume
bianco dove tutti i poeti furono battezzati_
bianco dove tutti i poeti furono battezzati_
dopo tanto che mie ero fermato ad osservarle e il mio cuore
non ha potuto sorreggere il peso
di quel grande amore che mi avevano gettato addosso
come una scomunica
sotto quel peso sono caduto.
sotto quel peso sono caduto.
e allora ho scritto
una preghiera,
una preghiera,
i monti si sono chinati al passaggio
delle voci
che pregavano con me.
3
stando
in piedi all'ombra dei loti, signore,
ho voglia di sognare una zolla di terra infinita, di giocare con l'eco nel puzzo di stabbio
di somigliare a un'isola mattiniera.
e non mi'importa se la montagna
è troppo rocciosa, se è impervia la liberazione
_l'odio è una brutta parola, e mai più io la pronuncio_
tu costruirai lì la mia casa, vi accederò da un libero sentiero illuminato
non m'importa se le finestre hanno i vetri rotti, se l'acquazzone
è sceso come un furto, come una dinamite impazzita e ha inghiottito
la piana delle lucciole, non m'importa
se il fiume bianco ha nella bocca una lingua di serpente: mangio
dal tuo paniere di frutti sempreverdi e sono sazio anche nel digiuno__
signore io prego con te. che io muoia qui, adesso, tanto sono felice!
sotto i tuoi cieli ultramarini io prego e rido e prego
con te, signore.
che pregavano con me.
3
stando
in piedi all'ombra dei loti, signore,
ho voglia di sognare una zolla di terra infinita, di giocare con l'eco nel puzzo di stabbio
di somigliare a un'isola mattiniera.
e non mi'importa se la montagna
è troppo rocciosa, se è impervia la liberazione
_l'odio è una brutta parola, e mai più io la pronuncio_
tu costruirai lì la mia casa, vi accederò da un libero sentiero illuminato
non m'importa se le finestre hanno i vetri rotti, se l'acquazzone
è sceso come un furto, come una dinamite impazzita e ha inghiottito
la piana delle lucciole, non m'importa
se il fiume bianco ha nella bocca una lingua di serpente: mangio
dal tuo paniere di frutti sempreverdi e sono sazio anche nel digiuno__
signore io prego con te. che io muoia qui, adesso, tanto sono felice!
sotto i tuoi cieli ultramarini io prego e rido e prego
con te, signore.
4
è nel fiato dei fabbricanti di parole che si combatte
è nel fiato dei fabbricanti di parole che si combatte
la più grande battaglia, la battaglia
di tutti
un canto fatto di pozzi nella pietra, di soli colori, che sia arancio o nero, e che
plachi
la tua inquietudine.
ho comprato un rasoio
e qui son venuto
e qui son venuto
per incidere il tronco
dell’albero di loto sfiorito in un giorno,
vicino al ciglio spinoso,
vicino al ciglio spinoso,
per vedere se dio mi
avrebbe punito.
avrebbe punito.
raccontano che sia il suo albero più
caro, è
la rima più difficile per un poeta
e dio mi ha scritto la sua la lettera d'amore sopra a una carta di zucchero
è un
fermaglio sulle casacche aperte,
non vale nulla in danaro, ma non lo
togliamo mai.
è quell’albero di loto la mia anima fiorita sul
filamento di una armonica che suona solitaria
azzurro è il filamento di quell’armonica
che suona solitaria
e l'inchiostro è la linfa dell'albero di loto.
e l'inchiostro è la linfa dell'albero di loto.
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