Foto di Sara Capomacchia |
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slogan a brani di pseudo illuminazioni:
fastidio al minimo sindacale_ finchè
concesso_
concesso_
nella popolare luce ben placcata.
onoranze polverose con i detriti
dell’ultima reclame di quella bibita che conduce alla follia della conoscenza
quella con le bollicine, _come si chiama?_
quella con le bollicine, _come si chiama?_
e nel mentre l’anima fa da terriccio ai papaveri
sulle fosse universali, un sorso?
manichini con abiti cerimoniali iniziati al rito del commercio.
le tartarughe bianche sull’aculeo;
le tartarughe bianche sull’aculeo;
che ci fate lì, piccole testuggini? si dice così,
testuggini?
sopra l’ aculeo; luminose, nitide tartarughine,
bruciate
dal cremisi con i loro volantini pubblicitari:
infelicità elettive, epidemiche_ vi domando
serve più credere all’attesa di un lucignolo? dentro
le tende i vassoi
dell’ultimo
convivio,
le
brocche piene di leziosità -
al
mattino si riceve una cantoria di convalide,
non richieste,
2
sì,
ma godete.
3
gli
elementi
si
fondono in questo cunnilinguo
verbale,
il demonio
più
luminoso è la fede, quello più caro a dio la parola.
non
mi sono meritato il dolore, ma grazie_dico alla fede_
cos’ho
fatto io per meritarlo?_dico alla parola_
_sul libretto è scritto
che la platea deve gridare - zulù
per tre volte quando l'attore di spalle
mostra il sedere alla piccionaia_
_sul libretto è scritto
che la platea deve gridare - zulù
per tre volte quando l'attore di spalle
mostra il sedere alla piccionaia_
la libertà ha passato il fiume a cavallo, ieri notte, giù nella vallata, fra i cumuli di
poesie rifiutate dai poeti.
suona da lontano il corno dei guaritori,
i malati si dimenticano di morire,
i vecchi di farsela sotto.
poesie rifiutate dai poeti.
suona da lontano il corno dei guaritori,
i malati si dimenticano di morire,
i vecchi di farsela sotto.
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e i poeti non avranno nulla da ridire
se pure io mi metterò a parlare. in fin dei conti la mia è
laicità verbale. _ il luccchio delle croci nella valle_
si misero a saltellare le parole, le mie al seguito,
a stellarsi, ecco che avanzo i miei ciuffi di ottave per l'emmanuele del desiderio
a segnare cerchio su cerchio l'andirivieni del cameriere,
a segnare cerchio su cerchio l'andirivieni del cameriere,
il catalogo sancito di un bagordo di gala
qualcuno, e non uno qualsiasi, frigge gli avanzi del maiale di stato
nella stanza dei maghi delle tre carte, arrivati sul
posto nel momento saldamente prefissato.
le luci in loop e
la mia preghiera mai detta
e gli ultimi parlano a stento, un poeta non sa mai
quando è il momento di tacere.
le luci in loop e
la mia preghiera mai detta
e gli ultimi parlano a stento, un poeta non sa mai
quando è il momento di tacere.
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