lunedì 15 febbraio 2016

inti_mistica iconografica

Foto di Sara Capomacchia















1
slogan a brani di pseudo illuminazioni:
fastidio al minimo sindacale_ finchè
 concesso_
nella popolare luce ben placcata.
onoranze  polverose con i detriti
dellultima reclame di  quella bibita che conduce alla follia della conoscenza
quella con le bollicine, _come si chiama?_
e nel mentre lanima fa da terriccio ai papaveri
sulle fosse universali, un sorso? 
manichini con abiti cerimoniali  iniziati al rito del commercio.
le tartarughe bianche sullaculeo;
che ci fate lì, piccole testuggini? si dice così, testuggini?
sopra l aculeo; luminose, nitide tartarughine, bruciate
dal cremisi con i loro volantini pubblicitari:
infelicità elettive, epidemiche_ vi domando
serve più credere allattesa di un lucignolo? dentro le tende i vassoi
dellultimo convivio,
le brocche piene di leziosità -
al mattino si riceve una cantoria di convalide, 
non richieste,

2
sì, ma godete.

3
gli elementi
si fondono in questo cunnilinguo
verbale, il demonio
più luminoso è la fede, quello più caro a dio la parola.
non mi sono meritato il dolore, ma grazie_dico alla fede_
cosho fatto io per meritarlo?_dico alla parola_
_sul libretto è scritto
che la platea deve gridare - zulù
per tre volte quando l'attore di spalle 
mostra il sedere   alla piccionaia_
la libertà ha passato il fiume  a cavallo, ieri notte, giù nella vallata, fra i cumuli di 
poesie rifiutate dai poeti. 
suona da lontano il corno dei guaritori,
i malati si dimenticano di morire,
i vecchi di farsela sotto.     

4
e i poeti non avranno nulla da ridire
se pure io mi metterò a parlare. in fin dei conti   la mia è
laicità verbale. _ il luccchio delle croci nella valle_
si misero a saltellare le parole, le mie al seguito,
a stellarsi, ecco che avanzo i miei ciuffi di ottave per  l'emmanuele del desiderio
 a segnare cerchio su cerchio  l'andirivieni del cameriere,
il catalogo sancito di un bagordo di gala
qualcuno, e non uno qualsiasi, frigge gli avanzi del maiale di stato
nella stanza dei maghi delle tre carte, arrivati sul posto nel momento saldamente prefissato.
le luci in loop e
la mia preghiera mai detta 
e gli ultimi parlano a stento, un poeta non sa  mai
quando è il momento di tacere.  









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