Foto di Carmine Petruccelli |
1
un deserto di rose
è l’ultima battaglia
un deserto di rose è la libertà
l’amicizia è un deserto di rose, e l’amore il
luogo più occupato,
con le prigioni di stato e le capponaie degli artisti
ma sono anch'essi un deserto di rose.
ma sono anch'essi un deserto di rose.
sono deserti i desideri, le ultime volontà dei folli
sopra a un guanciale di rose
e di saliva.
_ma la pazzia non muore come muore una rosa_
e la gioia, il nero-rosa impronta della paura sono
deserti.
deserto è il palazzo dei sovrani che
ci hanno retto fino a ieri.
deserti i patiboli, cantiamo gli inni del vino
e del grano, deserto è il proscenio.
tienimi stretta come sono i petali
di una rosa appena nata.
possibile che il mondo sia poco più di questa docile
culla
battuta a fuoco in un roseto dal libeccio
come una lamina di ferro?
deserta.
2
è una rosa il deserto
dell’anima
e anche se la perdessi non ne scorderei la ferita nel
miele
che le tue labbra le fecero. pure sia taciuta la
verità,
resto qui seduto sulla farsa
smielata
_parole vuote da riempire_ rose scarne
da riempire di odori con il naso_
3
è una rosa la libertà, semplice dire il perché!
perché ne ha l’odore,
ha l’odore di
mia madre che ne gettava i petali nel catino, e si
chiariva l’anima
dalle sciarade della notte, risplendeva sul sagrato
come…
come una rosa
è una rosa la luce!
4
ma è una rosa anche il parlamento, una rosa carnivora.
5
e ho bisogno di ganci continui
di spini che mi sorreggano
almeno di qualche accusativo, di un paio di vocativi
per i poeti antichi, qualche musa
peregrina.
e ora che me ne vado fra mille anni a dirti dov’è che io mi
eleggo
perché ho il diritto del voto
e del silenzio
un deserto parla all’altro e dice_ diamine, andiamo con lui!
ma prima un morso al pane nel nome
dei fratelli!
una lacrima di vino nel nome dei fratelli!
scrissero un nome nuovo per il sangue
che sempre sangue si chiama e non perde consistenza e
colore
ma da allora si chiama anche libertà, è un deserto di
rose la libertà
e ne ha il colore.
6
e la fraternità abbellisce gli archi
nei giardini
pubblici.
si radica nel cuore dell’uomo, succhia
il suo ritmo di giava.
la speranza è una rosa di fuoco.
la fede è una rosa di fuoco!
ne ho piantate per amore
e ho piantato rose per soldi,
mi sono servito delle specie più rare per i roseti
delle scuole.
rose infinitesimali per i soffitti delle cattedrali,
e ci brindai sopra con l’appigliante
pazzia.
la pazzia è un deserto di rose.
e tu che sei mio gemello, originato nelle mie viscere,
più rose non chiedi
mio dio, perché?
non guariscono le ferite delle mie mani!
e finalmente sono libero di
piantarne una bianca, sopra la mia tomba fioca, nell’humus
di tutte le gole marcite.
rosa aulentissima....
RispondiElimina<3 grazie
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