venerdì 12 febbraio 2016

la carola dei giunchi

Foto di Sara Capomacchia
















1
non sapevo su quale insanìa
concentrarmi
stamattina mentre legavo con lo spago
i giunchi secchi
per il fuoco, raccolti lanno prima,
è una mia  anitudine:
sullocra che stringe parole alla risaia del cuore?
sopra il ginocchio schiacciato dal peso delle gronde?
sul cuore di mio fratello demonio che fra poco incomincerà a pulsare
e a parlare di democrazia?
dare canto a tanta poesia
come fa il puledro che si immerge nella libertà di parola
e non sa che ha un occhio rosso ed uno nero
e uno bianco di sete, e uno verde e viola
e uno rosso e uno nero, gli altri cento
fatti di luce e di buio
che non sono mai colori
e lo sono tutti.
linfinito nei polmoni (di questo forse ha il dubbio)
perché la libertà non ha bisogno di 
specchi.

2
sono saltato sul treno dei pensieri in corsa, e i giunchi mi sono caduti dalle mani
come sfuggono le libellule al retino di un ragazzo,
i sogni
non li trattieni facilmente,
prima o poi  hanno ali traslucide
e mi chiamavano sognatore
perché non credevo nellamore.

3
e pensai che fossi in punto di morte tanta 
era la gioia che mi scuciva i polsi
mi dissi _ comunque tu sia_ comunque  tu sei_te la meriti 
un'altra poesia, giovane baio che siamo,
mio nomade delle acque_
 e tornai ai miei giunchi caduti.









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