martedì 26 gennaio 2016

Birkenau, ieri

Foto di Carmine Petruccelli















hanno alzato
come fosse un minotauro 

o una colomba
una muraglia di suono,
un palinsesto
di rose allo strascico di una bocca
che niente domandava se non
una preghiera
scritta dagli uomini.

ma nessuno ha abbattuto il muro, da che fu
alzato
intorno al perno
di una grande assoluzione
ma nessuno è assolto.

non ci tocca neppure a questo soffio
del corno, tornammo
alla fatica delle stoppie, alla distillazione
della pace per la sagra annuale, sorso per sorso
il tempo s'è fermato
in corsa; tornammo ai turisti che
si accalcavano per aggiudicarsi
una scheggia
della vera croce, e scrivemmo
il nuovissimo testamento, anne,
minska manna. il bambino di guccini, il
mai più di mio figlio;


anche la tanakh è stata sacritta da un
bambino che non teme
la parola genocidio, però teme la 
parola amore.

e c'è una parola che non
ha sonno
però è l'urlo delle mammole che afferra
il timone del mattino
da uno stralcio di veglia;
 

- la libertà necessita di chi la vigili - ,
 

figlio mio - ne crescono 
anche qui, fra questi destrieri di vento fra i peschi
lo stilo per scricìvere le vostre corazze, il - sarò - il vostro
- saremo! - alla cifra di una pasqua

eterna e che non ha vittorie
       di stelle. nè stella alcuna.

e ci hanno insegnato
che con le ossa del giullare puoi pagarti
la cassa di risonanza
di questo scempio meraviglioso che si chiama vita
si chiama vita <<qui>>
ma il giullare è la morte, e l'unico ebbreo
buono è l'ebbreo morto.

ci hanno messo un fiore 
di zafferano
sul petto, e non ci hanno detto
il prezzo di quel piatto di riso, ci hanno messo
un rubino nel cuore
ma era fatto di calce.

abbiamo dovuto insegnare la parola amore ai nostri figli
prima che noi la capissimo completamente

ma ignoravano
che sapevamo
camminare sui carboni ardenti.






1 commento:

  1. Gli ultimi versi sono scandalosamente belli ma tutta la poesia e" un incanto. Buona giornata Elia e grazie

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