domenica 15 febbraio 2015

Notturno Divertente

 































I
Ohilà, capricciosa,                                                                                        una sera che
Il prato è verdeoro
sirena, desiderabile; questo mio fremito a titolo di tutti i poeti,
il loro scintillio - la luce solidificata in quarzo.
Molto errai, Orlando - io,

La mia ampolla la mia ampolla!
come un vecchio Omero che ardisca brandirti a falce.
Liberata dal fuoco |
che sai, che dici O Luna?
Poi furono sillabe locuzioni, i fraseggi,
Gli azzurri orfani sulla rena

Questo cuore che pare una barchetta dolce adesso, tremula Così pensai, ma vidi e molto risi

la barchetta gettò l'ancora in questo luogo chiamato umanità.
E mi ritrovai come allora.

Lanciavo le mie
reti al cielo, sempre nello stesso punto;
non mi fu fortuna

se non fingermi notturno come il gufo, rifletterti negli occhi.
E andare oltre con il mio carico di stelle abituate,
brandelli della veste di dio.
pulviscoli.

Un povero folle, Orlando, stupito, ipotetico, il primo pollo che viene spennato
fra tutti gli altri della stia. Eppure quanto amore ho
a mostrare, la storia che custodisco

                                                                                fra i fiori del cielo e le alghe e le città
sommerse di chi mi ha anticipato posando la
prima pietra dei loro
                          amori capitali.

II
                                                                                                              
La gente mi guarda
con occhio marcio, non comprano al mio banco.
Eppure come rilucerebbe
Questa polvere  nei loro poveri lumi! E mi annusano e vorrebbero vedere tutte le mie ferite.
Non sanno che ogni ferita  è un culmine di bellezza, e che la mia
Libertà è solo unaltra parola
per chiamare lamore.

#
Profumata forma di una ragazza che porta sul capo una brocca
gocciola la sua brina rovente -
Verso la notte. #

E invecchiarono le mie mani, invecchiò
la mia ombra accartocciata, fra
morti sepolti qua e là
di questo desiderio che chiamano casa
Ma  le orecchie possono costruire
musica senza strumenti ascolta, luna.________

Pagarti con un fiore la gente non compra più al mio banco
Il giorno che lasciai il mercato, cigolando le mie ruote,
rincorso da un riso feroce.

Solo e benedetto da quel riso agghiacciante.
ora non mi è facile percorrere strade
senza sobbalzare al guizzo del grillo, Ohilà vecchia monaca, ti va di scendere?
posso pagarti con una rosa, con ogni ferita

________________________                                                            che sai.
III


Ti hanno fissata a una chela di buio con i loro
arpioni sozzi,verbosi.  

Fuggi, O luna,

Loro, gli uomini. Per lo più missionari
girovaghi, indovini  poeti.

Bacio ginepraio, nella bruciante infinità di un grembo.  Ormai non ho più le mie reti.  Un
piccolo granchio risale  il tuo chador di sposa corvino.
- Le navate dellOrsa -

                                                                                     Il mio cuore è una tana vuota,
                                                  scavata a mani nude - da cent'anni





1 commento:

  1. "Pagarti con un fiore – la gente non compra più al mio banco
    Il giorno che lasciai il mercato, cigolando le mie ruote,
    rincorso da un riso feroce.

    Solo e benedetto da quel riso agghiacciante.
    ora non mi è facile percorrere strade"

    ecco la poetica dell'universo...

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