giovedì 18 settembre 2014






















1

Voglio una tromba trionfante e arazzi.

E’ il giorno – lucida il lume un avanzo di notte impigliato
Nel pettine – femmina - nella mia lingua
Dolcissima come la lingua di un
lattante

Tre capelli d’argento – attenti alle sorgenti
Io voglio coltelli affilati dalle malelingue e le mani di lupo

*Arraffaffitto – vestito solo della
Luce del neon insegna lampeggiante motel presso stazione treni
8 anni fa, ho creduto di poter morire
E scrivevo lettere d’amore e marijuana
Mittente soltanto

Ba ba ba ba Barbara Ann....

Si io voglio lame e rasoi da due soldi
Avvizziti come i volti delle maddalene nelle cattedrali
Stretti dalle prefiche ai bordi delle culle
Povero bimbo la barbetta bianca da agnellino
Brucia nella mia fiamma pozzi di petrolio
Pieni di carne giudea

Chine alla nudità dei fiori vestiti a lutto
E c’è in giro una puzza di carogna, sarà finito nel fosso l’angelo che vegliava sul bastione
Angioletto senzatetto – fresca dis-percezione
Oltre i vetri dell’alba-tram

Che sanguinino lamine
Di specchio, le lingue le mani
Io voglio dire vecchio satanasso – ti perdono –
Questa è la fine di notti che provaste
A morire fine di ilari vezzi ai gozzi attenti
Che non colino giù lungo tutta
La salita – sarebbe davvero una cosa poco intelligente
Mangia la mia costola, Eva.

2

Ricerca dell’albero il capro
Due baci di ghiaccio e il figlio del tabaccaio piuma d’oca brandisce
Una pergamena tirata fuori da soffitte sfitte per fighe in prestito
Via delle Madonne – casa nobiliare

Conosco un uomo.

Gatto morto gatto morto povero gatto
I topi se ne vanno a Vienna a fare festa nei salotti con i divanetti di groviera
E muffa buona da fumare – viaggio negli occhi di
Franco Battiato. Passando per tutte le bettole del Mississippi
In cerca di un barattolo di zuppa
Precotta

Non è forse bella la giostra della satira
perché di vostro padre voi nulla sapete. Non ci sono in giro
rocchetti di cotone decenti
per tenere assieme tutta questa carne da genocidio
quando avevo 13 anni mi sono infilata
una carota su per il fiocchetto, dice
mia nonna mentre una bulgara napoletana
le pulisce il culo. Ha le lacrime agli occhi, un’apparenza di sudore
la peluria sottile lattiginosa che le ricopre tutto il corpo
nello scialle rosa di porcellana e odore di peti
che per valore e merito può non
trattenere, e le promesse.

3

Tirare fuori Moby Dick dal cassetto e i pennelli,
il gesto scenico che preparo da anni
Per disegnare con l’olio origami sulla pasta della pizza
Aver imparato il mestiere di poeta,
come fossi un panettiere, o un mozzo
Io voglio che ogni uomo ami e si prostri all’amore
Perché divino e tu lo sei

Sono io la valle e il fiume e il cavallo
abbandonato alla maggese
l’aratro e il bue e l’uomo che si stringe al petto – dice –
Una piccola medaglia ricavata dallo zoccolo
del somaro di un santo

Dondola, dondola asinello al sonno o alla tristezza
marcio come il grasso dei labari papali adesso
Marcio come chi ha tolto gli organi genitali
Dai vangeli

Che il sangue è una pietra. Che il sangue è fatica e pula sottile. Che il sangue è il linguaggio
dei folli che il sangue è il linguaggio dei poeti poveri. E dovrei rileggere
Attentamente quanta dolcezza in eccesso, sbalzi fra un
poggio e un altro della cornucopia.

4

Sono, sì, in un certo
qual modo favorito dalla sorte, ed è oltremodo seducente che io possa
riderne di lusso. O villaggi trasparenti, un risalire di automobili -
Reflusso esofageo delle 6 e 30

O soffice ocra, solo un gesto, falsa
Ironia - fra pareti di sabbia

Il Massimo Pittore, Il Metafisico disegna l’ombra
di un dromedario
che si liquefa sino a trasparire
in un telefono agganciato all’orecchio di una femmina di drago mentre viene partorita da un’ostrica -
*
La torre pronta, disarmati fino ai denti, i cherubini ingrassati a dovere,
E potrò dire al mio gatto di portarmi piume per farmi
un cappello da fare invidia -

Avremo__ tutti

voglia di ascoltare quel vecchio Album
dei Nirvana – In Utero –
sembrerà una cosa normale, Ma, per la controparte, il solito
vizio di forma, una bassa marea che
sussurra poesie segnate da asterischi rimandanti a norme e legislature
al pescatore di telline,

lui il vecchio, tutti lo hanno visto passare in strada
Lungo le crose strette come foglie di brina.
Mezzo sigaro fra i denti.


1 commento:

  1. "Aver imparato il mestiere di poeta,
    come fossi un panettiere, o un mozzo
    Io voglio che ogni uomo ami e si prostri all’amore
    Perché divino e tu lo sei"

    tanto basterebbe già, per capire perché ti è necessario scrivere.
    perché si paga con la vita, la discesa negli inferi, la parola che è grido e richiamo, e che ci ricollega agli infiniti sé che siamo...
    un abbraccio
    cri

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