1
Voglio
una tromba trionfante e arazzi.
E’
il giorno – lucida il lume un avanzo di notte impigliato
Nel
pettine – femmina - nella mia lingua
Dolcissima
come la lingua di un
lattante
Tre
capelli d’argento – attenti alle sorgenti
Io
voglio coltelli affilati dalle malelingue e le mani di lupo
*Arraffaffitto
– vestito solo della
Luce
del neon insegna lampeggiante motel presso stazione treni
8
anni fa, ho creduto di poter morire
E
scrivevo lettere d’amore e marijuana
Mittente
soltanto
Ba
ba ba ba Barbara Ann....
Si
io voglio lame e rasoi da due soldi
Avvizziti
come i volti delle maddalene nelle cattedrali
Stretti
dalle prefiche ai bordi delle culle
Povero
bimbo la barbetta bianca da agnellino
Brucia
nella mia fiamma pozzi di petrolio
Pieni
di carne giudea
Chine
alla nudità dei fiori vestiti a lutto
E
c’è in giro una puzza di carogna, sarà finito nel fosso l’angelo che vegliava
sul bastione
Angioletto
senzatetto – fresca dis-percezione
Oltre
i vetri dell’alba-tram
Che
sanguinino lamine
Di
specchio, le lingue le mani
Io
voglio dire vecchio satanasso – ti perdono –
Questa
è la fine di notti che provaste
A
morire fine di ilari vezzi ai gozzi attenti
Che
non colino giù lungo tutta
La
salita – sarebbe davvero una cosa poco intelligente
Mangia
la mia costola, Eva.
2
Ricerca
dell’albero il capro
Due
baci di ghiaccio e il figlio del tabaccaio piuma d’oca brandisce
Una
pergamena tirata fuori da soffitte sfitte per fighe in prestito
Via
delle Madonne – casa nobiliare
Conosco
un uomo.
Gatto
morto gatto morto povero gatto
I
topi se ne vanno a Vienna a fare festa nei salotti con i divanetti di groviera
E
muffa buona da fumare – viaggio negli occhi di
Franco
Battiato. Passando per tutte le bettole del Mississippi
In
cerca di un barattolo di zuppa
Precotta
Non
è forse bella la giostra della satira
perché
di vostro padre voi nulla sapete. Non ci sono in giro
rocchetti
di cotone decenti
per
tenere assieme tutta questa carne da genocidio
quando
avevo 13 anni mi sono infilata
una
carota su per il fiocchetto, dice
mia
nonna mentre una bulgara napoletana
le
pulisce il culo. Ha le lacrime agli occhi, un’apparenza di sudore
la
peluria sottile lattiginosa che le ricopre tutto il corpo
nello
scialle rosa di porcellana e odore di peti
che
per valore e merito può non
trattenere,
e le promesse.
3
Tirare fuori Moby Dick dal cassetto e i pennelli,
il gesto scenico che preparo da anni
Per disegnare con l’olio origami sulla pasta della pizza
Aver imparato il mestiere di poeta,
come fossi un panettiere, o un mozzo
Io voglio che ogni uomo ami e si prostri all’amore
Perché divino e tu lo sei
Sono io la valle e il fiume e il cavallo
abbandonato alla maggese
l’aratro e il bue e l’uomo che si stringe al petto – dice –
Una piccola medaglia ricavata dallo zoccolo
del somaro di un santo
Dondola, dondola asinello al sonno o alla tristezza
marcio come il grasso dei labari papali adesso
Marcio come chi ha tolto gli organi genitali
Dai vangeli
Che
il sangue è una pietra. Che il sangue è fatica e pula sottile. Che il sangue è
il linguaggio
dei
folli che il sangue è il linguaggio dei poeti poveri. E dovrei rileggere
Attentamente
quanta dolcezza in eccesso, sbalzi fra un
poggio
e un altro della cornucopia.
4
Sono,
sì, in un certo
qual
modo favorito dalla sorte, ed è oltremodo seducente che io possa
riderne
di lusso. O villaggi trasparenti, un risalire di automobili -
Reflusso
esofageo delle 6 e 30
O
soffice ocra, solo un gesto, falsa
Ironia
- fra pareti di sabbia
Il
Massimo Pittore, Il Metafisico disegna l’ombra
di
un dromedario
che
si liquefa sino a trasparire
in
un telefono agganciato all’orecchio di una femmina di drago mentre viene
partorita da un’ostrica -
*
La
torre pronta, disarmati fino ai denti, i cherubini ingrassati a dovere,
E
potrò dire al mio gatto di portarmi piume per farmi
un
cappello da fare invidia -
Avremo__
tutti
voglia
di ascoltare quel vecchio Album
dei
Nirvana – In Utero –
sembrerà
una cosa normale, Ma, per la controparte, il solito
vizio
di forma, una bassa marea che
sussurra
poesie segnate da asterischi rimandanti a norme e legislature
al
pescatore di telline,
lui
il vecchio, tutti lo hanno visto passare in strada
Lungo
le crose strette come foglie di brina.
Mezzo sigaro fra i denti.
"Aver imparato il mestiere di poeta,
RispondiEliminacome fossi un panettiere, o un mozzo
Io voglio che ogni uomo ami e si prostri all’amore
Perché divino e tu lo sei"
tanto basterebbe già, per capire perché ti è necessario scrivere.
perché si paga con la vita, la discesa negli inferi, la parola che è grido e richiamo, e che ci ricollega agli infiniti sé che siamo...
un abbraccio
cri