Ivan Graziani_La Città Che Io Vorrei_ |
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ti aspetti da una poesia che sia un
trattato di poesia
ti aspetti da una pietra lì scritta che
canti
ti aspetti in un museo di incontrare
clio che si frigge le uova in un angolo
con la radio spenta mentre canticchia
l’aida
e fuori dal rosone gli alberi si chinano
al fluire dei soldati e la tramontana
ti aspetti che nella musica ci siano
saltelli di rane, scoppi di fischi treni che sbadigliano
e i boccaporti spalancati, nel furore
che lacera l’animo
ogni cosa è esattamente ciò che sembra
tutto ciò che luccica puoi chiamarlo
sole.
la poesia è una astronave_ serrata da
un cerchio di fauni_
_reparti in tempesta assaltarono le
torri della cittadella_
l’arte squarciata fino alla pelle del
colore_
spaventata e allegra di presentimenti
mai avuti_
pesare ogni parola?_ogni colpo di scalpello_
uno scultore sa danzare
sulle punte_ ogni ballerina deve
scolpire un david
prima del canto del cigno. la vita facile o la vita felice!
torcete il collo ai polli perché l’arte
non sia sopraffatta da stie
non date fiori ai mercanti: la follia
fa crepe nel tramonto -
aridi come una vergine di pietra!
aridi come una vergine di pietra!
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