Fleet Foxes_Helplessness Blues_ Cover_Album |
___________________________________
*
dovrebbe tessere di nodi, di galassie
al suo telaio di vento
il canto familiare fra i capricci del
ranuncolo nato nel frutteto
senza il saldo delle nevi
labile come il remo che spartisce le
ore del meriggio_ perché non vede con gli occhi ma con tutti
quei coriandoli
di vecchie poesie che da sola si è
lanciata attorno
è felice, e solo per questo varrebbe la
pena di
scegliersi assieme un sole da veder
sorgere, un bancone notturno
fare l’amore con lei almeno una volta
sull’erba, fra le sillabe
e le raganelle
e le raganelle
*
dovrebbe essere lì dove fiorisce il
pensiero,
nella trincea, fra i flutti,
dare a tutti l'allarme quando l'età si gemma_
dare a tutti l'allarme quando l'età si gemma_
nella casa abbandonata nel sole
o
fuori a
rincorrersi...
o
fuori a
rincorrersi...
dovrebbe cogliere l’istante di un frutto
supernaturale, mangiarlo o donarlo a chi le pare.
spaventarsi, ringhiare, cercarsi il fiato
fra le pieghe del lavoro
dormire mentre lì fuori
scrivono
una pagina di giornale
che leggerà
davanti
al caffè preparato con un trucchetto
che solo lei conosce.
dormire mentre lì fuori
scrivono
una pagina di giornale
che leggerà
davanti
al caffè preparato con un trucchetto
che solo lei conosce.
dovrebbe imparare a zoppicare meglio,
impartire ordini alle fate volate fuori dai libri
alle ragnatele del lampadario nel tinello_
alle ragnatele del lampadario nel tinello_
morire senza che nessuno la noti_
ha vetri nei ricordi, seggiole esauste,
ramazze per i giorni nebulosi,
l’istinto dell’ancora levata, a volte vela
certe altre
polena
certe altre
polena
la gentilezza di ridacchiare di tutto.
vorrebbe dire: io sono una farfalla e
so abbastanza precisamente quale sia
il mio scopo, il mio istante, la mia
mostra fra le muse_
mi nutro di solo polline_sai?
ma tace_ congiunta in un perchè sulla
limpida brezza in cui rumina il suo becco da anni.
dovrebbe alzarsi immensa come una croce vuota al velluto di una notte sbarrata
velarsi come l'ala trafitta della luce, invitarti a quel paese che si dice_
felice_
mi nutro di solo polline_sai?
ma tace_ congiunta in un perchè sulla
limpida brezza in cui rumina il suo becco da anni.
dovrebbe alzarsi immensa come una croce vuota al velluto di una notte sbarrata
velarsi come l'ala trafitta della luce, invitarti a quel paese che si dice_
felice_
*
e invece è qui,
scrive
non chiede che le porti un batuffolo di
mimosa, un fico rubato
dall’orto del vicino, né un petalo
sulla
parola tronca appesa alla cravatta_ una soglia di ametista per la gravità
di quella bellezza nello sguardo
cucinerà il tuo piatto preferito,
cucinerà il tuo piatto preferito,
più tardi, dopo aver completato il suo ultimo
sonetto.
sonetto.
___________________________________
Nessun commento:
Posta un commento
I COMMENTI SONO IN MODERAZIONE.
SARANNO PUBBLICATI SOLO DOPO MIA LETTURA.
GRAZIE, ELIA