studio di una rosa su una foto di C. Petruccelli |
non porta
quella maschera
che oggi \ tutti usano
a mo’ di rapide \ ali,
per un suo motteggio e per sua svista; \
lo seguiranno in molti
e il suo \ nome avrà il riverbero di una stella fissa
fra le altre stelle di grasso
alle finestre.
e lo hanno visto nudo per i giardini del tempio,
spellava un fico d’india come una
luce che balzi
da una fiaccola a un muro di becche
e lo mangiava, scartando i semi.
eppure
è
innamorato, studia l’amore
da mille giri del
sole attorno
al vecchio albero di pesco, nella piccola piazza del
villaggio.
e l’ho udito cantare
una danza sdrucita . né per dio e per amore -
di certo stonava, e ad oggi non mi sento di dire che
non fu per scherno: gli lancia
un baccano dall’alto del loggiato al novilunio
gli feci il verso di un piccione
e lui cantava, ma era come tacesse, perché stona
sempre un uomo che tace
l’amore. e vociava il suo male in dio;
una tristezza di miglio che non dà sangue.
<< povero amore,
quanto ti ho
punito.
trafitto dalla mia pietà.
nulla conosciamo dell’amore
e gridiamo come vespe nell’arnia
e vaghiamo i miraggi
assurdi
di un cuore senza pensiero
e ci amiamo per un abuso del sangue, un fiore del
sangue sopra a un tappeto di nevi,
lo custodiamo come un monile e non sappiamo che l’amore è povero
e non vale un solo talento degli occhi.
non sappiamo che l’amore chiede ogni cosa e ci sperpera
per i templi del mondo.>>____-
e mi raggiunse cecco che già rideva sentendo cianciare
un povero pazzo,
ma era di me che rideva.
<<non sai chi è costui!>> è un’erba cattiva
dissi, da buon scolaro.
<<quell’uomo, quel vecchio è il re della città delle
idee>>
di cos’è che parli, non esiste su questa terra!_
<<è il primo artigiano di dio>>
era ebbro di pietre e gridava il suo male in dio,
depose i sandali e il rosso camice, e si bagnò nel
cuore della fontana.
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