I
Un epistolario di Melville
Ritrovato in una
basilica benedettina.
Svolgevo i miei studi
sulla relazione fra
il tempo meccanico e lo
spazio
Lessi di un seguito al suo Moby Dick - perduto -
Le conservo gelosamente,
fino ad ora
non ne avevo fatto
parola.
Una bozza-
La balena ______catturata, __in fine.
"a me le ossa, a me
il grasso"
La balena ______catturata, __in fine.
"a me le ossa, a me
il grasso"
Non volli credervi. Bruciai tutti i miei testi raccolti in anni di sete errabonda. L’attesa è solo
un attimo prima di essere felici, non
esiste altro motivo
esiste altro motivo
che giustifichi un
ristagno sotto i cieli verdi – e le parole sono gli specchi
_traversati da Alice, confluiti in questo tropo insulso: il trattenersi,
l’essere nudi contro la
didattica delle
fo_r_m_e.
*Non sono uomo ma posso
umanizzarmi.
Non sono pazzo ma per
cinque minuti al
giorno indosso le vesti
di giullare
senza il permesso
della contea, studi che mi
comprovino i sonagli.
Né le mie vene hanno il
sangue blu degli schiavi
bambini. _________ Ma riportami i fulcri della
grande luce.
II
Ho avuto molti amanti
Alcuni di loro dai capelli azzurri di
Pierrot
Altri tentarono
Di vedere la mia bellezza, li maledissi per
sempre, ma nelle notti
senza lume
evoco ogni amore irragionevole,
Attraverso i mari dell’indifferenza,
e mi inabisso
nel mio mietuto igneo che è il cibo dei poeti
E dei trovatori.
III
Osservo la sua danza, mia sorella la notte,
stelle guizzo d’acciughe fra le varie
modulazioni della frequenza pensiero
Non sono mai uscito
Dal centro di igiene mentale.
Il piccolo chiostro
Su cui gli infermieri spalancano le finestre
Piene di impronte digitali
Tutte uguali.
IV
Né oggi né per quello che chiami domani,
io benderò la supernova rossa del mio respiro,
lo stesso vale per il tuo. Ma lasciate che sia
come uno scricciolo fra
Gli arcolai del
rovo, lasciate che dall’alto
del mio albero io canti il mio
poema di gioia.
- Picchiettio di piedi scalzi. Crepitio di fanali -
E ancora
mi
duole che _in questo
abito di seta io tanto cocciutamente sia
corsa dietro a cento
cappelli rubati dal vento,
a tale amore __daltonico. Fischiante.
Quale ingenua, e dici
vantarmene – l’ insidia incessante __delle
mie __povere __carte.
Quante stelle in una chela
di granchio!
Quante stelle in una chela
di granchio!
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