I
[Ali d’angelo di ricognizione su Londra]*
O - fosse vero! - lombrico
Lubrico,
Solitario
Nel ventriglio di dio
santo re
D’Inghilterra - Balzi, stupida cara accortezza,
di
lacrime-solitario e non le labbra
s’alzano né preghi
Intitolata anima
Per vecchi vezzi di
cavalier servente
muta come il gorgo delle tamerici
chinate sul polveroso botro
-
ora. Sì?
Fu qui che gli dei
Si decisero oltre le numerevoli transumanze
Giove giocondo! Può incartarmeli
I pasticcini?
II
Anima anima Oh anima_||le mie eternità sono di tipo
proletario
Dacché proletaria è l’anima mia
Di poetucolo
Per la grazia che fa il dolore d’esser cosa creata
Alla suddetta.
II
Forte forte mi picchiavo le mani
Sul cuore
- chissà preso da che, vi intravidi i primi sputnik
E l’universo scheletrica eco
Del mio dire - Io-
Era il muro del pianto, era la mecca il mio cuore
Era la muraglia cinese
Ma a furia di picchiare una breccia devo pur_pure aver inferto
In questo pianto di sirenette
Palpitante vermiglio.
III
Invano arrugginiscono
Gli specchi della coscienza, una quieta
Compagnia
La solatia dorata stella di sé.
IV
Balzi, balzi, stupida irragionevole nera tediosa nera
accortezza
Che mi pari impazzita
mi disarcioni.
O sunto di
luminescenze
Compendio romanticante,
aliaaanteee
dante i numeri.
V
Io sono il priore – dice lo scemo del villaggio – la matrona –
alla voce
Sempre
lui – e il cantastorie
e tutto il cenobio
Re regina e delfino
Ognuno ha un San Francesco suo – d’altro canto.
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Solenni occhi magistrati.
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