Eurialo,
(non oserò il tuo nome d’ufficio,
- preferisci_
Niso, Ester?)
Certi
amori vanno protetti più
che altri,
vecchio
belzebù. noi due capaci di
dividerci
anche
la
noia nei giorni mal vestiti senza premura e meta e urgenza
né un
bicchiere a dire – ti amo notte_perspicace notte -
un portamonete con il tabacco dentro. beviamo alla fontana dei cavalli e
un
calcio al muro, altro che sangue,
senza darci la mano.
sorridi alle mie parole focaie, ma non ti
allontani, ti scaldi al mio fuoco.
L’inverno
sulle picche delle inferriate del parco civico -
mi
ricorda certe cartoline che mio nonno
spediva
dalla svizzera.
quello
che serve, l’ho sempre detto,
è
qualcuno disposto a pagare il prezzo intero
dentro
questa vaschetta di cristallo
per i
pesci – voi ed io____________- ______________dovremmo -
che
chiamiamo amore, pagare il totale senza ricompensa,
nemmeno
suggerito dalla
grande
parola. e i cardini del frigorifero
cigolano
- a me le ossa a me il lardo –
il
prete ha detto che è
male,
molto male per la mia
anima.
Via per i piedi, strappata, soddisfatti?
nel
crollo di carbone vivo dove qualcuno ha scritto
i nomi
di tutti i santi, e di
tutti
i poeti.
cerco
voci negli specchi – argento taciturno –
dentro
agli occhi delle donne;
con
quelle che ho avuto è stato in qualche modo tentare di rientrare
nell’anatra
farcita, è una gran cavolata,
diapason
di portenti
negli
slarghi o nei fossati, io
preda
del giglio acuminato, ogni giorno risolvo
il
cerchio e sono partorito –
ti auguro
ogni male.
fare
bianca la notte, diventare quello che tutti
chiamano
gente,
passare sul corso inosservati
più dei
manichini
dietro
i vetri, Ebrei, Islamici, Induisti, bagnati
dalla
voce di Buddha
e tu,
donna, che prolunghi, sfilando
il profumo,
la follia dei cieli – puttana di 4 figli – ho solo
due
banconote da 10. e le messe in
suffragio
costano di più. Ben più che una festa di
coriandoli
a natale.
ogni
libro è vuoto, buono per raccogliere
quelle
belle foglie in autunno.
quello
che _ serve, ecco, è qualcuno che
sappia
fabbricarsi la carta da sé
trovare
la sacca dell’inchiostro nelle seppia, uno come noi, bell’amico. notaio
che ti
presti a firmare con il sangue quello che ho scritto
con mille fili di seta. il poeta scopre
ogni
giorno il codice
della terra, ricopia dubitoso la frase d’oro
graffiata sul cuore degli
uomini - accattoni, ___Mendeleiev,
Safa Surfers ___la prima doglia del ventre
e le sibille nel folto degli inguini
ridono, licenziati i servi.
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