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per
l’appunto, per l’appunto.
non sono
quel genere di persona, chiamali poeti, chiamali polli. per
me
è lo stesso. prima o poi finiscono entrambi appesi a
un gancio
per essere pesati, valutati, prezzati.
tengono gli
occhi incollati al vetro
di qualche
finestra
che se
smettessero di guardare crollerebbe
il satellite
che trasmette i
mondiali,
per la gioia di
chi
parteggia
per gli
indici di gaza oggi 20 luglio
2014,
ore 3 e 08 del mattino, ma potrebbe essere domani 1961.
la
presa della bastiglia, il focolaio di
napoli
africana.
questo è ciò
che credono, poveri polli, poveri poeti. ho bevuto troppo
succo di
mela, e mi si contorcevano le budella
per il
dolore, perciò
questa
poesia odora di merda
e lo so bene
che dovrei
piantarla di vantarmene, ogni cosa che
scrivo ha
questo chiaro odore,
meraviglioso.
i francesi
non usano il bidet, non si
lavano le
mani - e neppure io. ma pestare una merda
porta bene
un po’ ovunque.
una cosa so
per certo,
che ho imparato
da qualche
parte in qualche tempo. forse ubriaco secco che
rimettevo
l’anima al creatore in un cesso
pubblico di
fianco a un
tizio con
la voglia di parlare -
oh, questo
genere di scimmia
parlante,
la si
incontra di rado: la poesia dovrebbe avere sempre,
sempre
quell’odore di merda –
2
non
ho frugato nelle tasche delle vostre - _ _povere, __ sventurate
muse – o
montale,o quasimodo, o cvetaeva! o dolce
emily delle
api, antonia pozzi
grappolo di
belladonna.
segno a
terra con il gesso, faccio
canestro_________________
in un secchio
con una
palla di stracci.
io come
quelli che si tengono
dentro i
segreti più ottusi, i manicaretti dello chef,
anima
animale, che baciarti vorrei
adesso,
sentire la tua lingua smancerosa, con un culmine di sangue
al
cuore, offrirti le mie labbra sporche di visciole acerbe,
averti
coscienza a piccoli sorsi, come da un
boccale
veterano un chiaro vino.
3
ma ho visto nascere
la luce
sotto un vecchio solaio, io come voi
bevuto mangiato
\senza\\alcun\particolare\merito,
io come voi
con il cuore
nudo - io come voi.
uno dei
talenti finì fra i rovi,
uno sulla
pietra
l’altro
sulla terra fertile, prova l’idea di un cerchio teorico
ficcarci
dentro alla rinfusa porci e
cocomeri,
tappi per le conserve
e piroghe
e quel
talento diventò un giardino sterminato
il mondo
intero; sperperali, conservali,
oppure
gettali.
ma cura il
giardino come tuo padre prima di te e come tuo
nonno prima
di voi
che ve la
intendete
sulle belle
donne e lottate come due gatti di
macchia -
con lo spirito agli occhi.
non per
vederlo germogliare. bensì
entrarvi
come in un tempio
però quel
genere di cose che voi dite io non
l’ho mai
scritto
quelle
poesie incantatrici, dintorni di lune rettili, carezzevoli, infusi
di cedro e
di giade in mattini
seccanti e
alieni
quelle
poesie che la gente nemmeno più le
ha presenti
quelle che
scocciano gli
studenti del
liceo.
quelle
poesie-arredamenti, quelle-folate-
di-vento per
le sinapsi. frammenti
di archiloco
nel riflesso della luna sull’acqua
più
rugginoso di una lamiera.
con questa
sola ______gelosia nella mente, rimosso contro la luce
di dio tutto
il fango dai vostri occhi e il naso e la
bocca e
dalle orecchie. davvero __
un’
onore potervi servire.
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