venerdì 16 maggio 2014

Is This Love? Fortasse


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1
NASCONDI LA FINESTRA FLUTTUANTE - OK -
– NEGAI UN FILO D’ERBA
AL SATIRO PER FALRLO IMPAZZIRE _ -    E IMPAZZÌ DAVVERO
LO LASCIAI CHE RIMESTAVA IN UN BARATTOLO
DI FAGIOLI PRECOTTI

POCA LUCE SENZA RIMEDIO

NELLA CAVERNA, A FRUGARSI I GENITALI
IN CERCA DI QUALCOSA CHE SOMIGLIASSE ALLA PACE ANCHE SOLO LONTANAMENTE, O
CHE VENISSE  DA LONTANO COME DI SOLITO CI FA RESSA L’AMORE
E SI LEVA UN VENTO DI SALE, FA BRUCIARE GLI OCCHI
MA È DAVVERO UNA BENEDIZIONE.
ADESSO

AVERE ALMENO UN ARGOMENTO BUONO
DI CUI DISCUTERE CON LA GENTE -

2
HO CAMMINATO,
CAMMINATO, IO COME TE, MA NON HO
PERSO ZAVORRA CHE A FUMARSI L’INCHIOSTRO STRAPPATO
A UN LIBRO DI PREVERT SONO BRAVI
   TUTTI, LO SO, DICI BENE TU;

SPIEGA POI QUESTA TOSSE AL DOTTORE,
E A TUA MADRE CHE AD OGNI COLPO PERDE UNA ROSA DELLA CORONA
C’È SEMPRE TEMPO - BACIARE UN UOMO CHE NON PUZZI DI VINO
SENTIRE FRA LE DITA

LA SERENITÀ CELESTE DEL PROPRIO SPERMA
UGUALE A UN SEME DI ZUCCA, SENZA CORRERE A CANDEGGIARSI
L’ANIMA, A PROFUMARLA DI AMMORBIDFENTE

3
        STO,
PER UNA COLPA ANTICA, ABBAGLIATO DA
AVVENENZE SALTUARIE.
FA DI ME UN POETA POVERO LA MIA PAGLIUZZA
GENTILE, UN GRIDO UNICO
E MI AGGROVIGLIO A ME, PERCHÉ ME È NIENTE
CHE LA ZAVORRA RECALCITRANTE, IL LUME SPENTO AL SEPOLCRO DEGLI IDOLI
DELLA PAROLA E MI INGARBUGLIO, MI ARRUFFO
SOLO COME IL GIOGO IN MEZZO AL FONDO
RE CHÉ MI FACCIO CONSONANTE
ALL’ONTANO DESERTO, AL FONDO __PREGNO DI SECREZIONI
DOVE SPUNTA IL FINOCCHIO SELVATICO,
LA ROSA AGRESTE;
CANTANDO ALLELUIA OGNI MASSO
CHE SI STRINGE DENTRO L’ULTIMA SCULTURA DEL MAESTRO
NÉ SAPREI DIRE COME ACCADA Q_
UESTA DIAVOLERIA.

SONO UN POETA E POCO
MI INTERESSA IL GRAFFIO DELLA LINGUA SULLA
STOFFA, LA PLANIMETRIA DELLA MIA TORRE DI TUFO, AD OGNI MODO RIMARRÀ
INCOMPIUTA MA POSSO PERCORRERE OGNI TIMPANO
DELL’INCHIOSTRO
SCRIVERE ODI ET AMO,
VERO LO FINGO DI NON SAPERE IN CHE MODO SIA QUANTIFICABILE
EPPURE QUI MI GEMMO, CROCIFISSO
AL MIO A-MORE.

4
E VEDO IL MELO LIEVE, FIOCO COME LA VOCE
AL MATTINO DOPO UNA NOTTE
DI CANTO E DI VINO
TENDE UN RAMO IL PICCOLO
GUADAGNO VERDISSIMO, L’ULTIMO, VORREI
OFFRIRTENE, MA TU SEI MORTA.

ALL’INDOMANI SARÀ SEGATO \ I
N MILLE PEZZI. PER FARNE,
VOLESSE IL CIELO, QUALCHE CROCETTA DI LEGNO,
O MAGARI QUALCHE GIOCHINO PER I RAGAZZI
DEL VICINATO, E
PERCHÉ IO POSSA ALMENO TINGERE DI OLIO UN
AVANZO DI PANE. UN ALBERO CHE NON DA PIÙ FRUTTI – DICONO - NON È BUONO PER NESSUNO
MA PER FARE UN’ALBA, E FARE GLI OCCHI A UN UOMO,

PUÒ BASTARE. IL MELO, IL
VECCHIO RONNY – RICORDI QUANDO
DECIDEMMO DI DARE UN NOME PROPRIO ALLE COSE?
ED ORA NON HA PIÙ SENSO
PERCHÉ L’ALBERO SARÀ TAGLIATO,
PERCHÉ NON HO PIÙ
CUORE – AL SUO POSTO C’È UN PICCOLO
CARILLON STONATO
CHE NON VA COME SI DEVE. TI PREGO, SIGNORE CHE FAI STENDERE GLI
ALETTONI DEGLI AEROPLANI, FABBRICAMENE
UNO, E RIMETTILO

AL SUO POSTO, GRANDE
TECNICO DELLA VOLTA CELESTE, MA CHE SIA  BELLO CALLOSO STAVOLTA, SE
ANCORA SEI IN OGNI COSA QUI DA QUESTE PARTI - O DOVE –
CHE FAI GEMERE LA TUA NUOVA 
  CREAZIONE.







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