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1
NASCONDI LA
FINESTRA FLUTTUANTE - OK -
– NEGAI UN
FILO D’ERBA
AL SATIRO
PER FALRLO IMPAZZIRE _ - E IMPAZZÌ
DAVVERO
LO LASCIAI
CHE RIMESTAVA IN UN BARATTOLO
DI FAGIOLI
PRECOTTI
POCA LUCE
SENZA RIMEDIO
NELLA
CAVERNA, A FRUGARSI I GENITALI
IN CERCA DI
QUALCOSA CHE SOMIGLIASSE ALLA PACE ANCHE SOLO LONTANAMENTE, O
CHE
VENISSE DA LONTANO COME DI SOLITO CI FA
RESSA L’AMORE
E SI LEVA UN
VENTO DI SALE, FA BRUCIARE GLI OCCHI
MA È DAVVERO
UNA BENEDIZIONE.
ADESSO
AVERE ALMENO
UN ARGOMENTO BUONO
DI CUI
DISCUTERE CON LA GENTE -
2
HO
CAMMINATO,
CAMMINATO,
IO COME TE, MA NON HO
PERSO
ZAVORRA CHE A FUMARSI L’INCHIOSTRO STRAPPATO
A UN LIBRO
DI PREVERT SONO BRAVI
TUTTI, LO SO, DICI BENE TU;
SPIEGA POI
QUESTA TOSSE AL DOTTORE,
E A TUA
MADRE CHE AD OGNI COLPO PERDE UNA ROSA DELLA CORONA
C’È SEMPRE
TEMPO - BACIARE UN UOMO CHE NON PUZZI DI VINO
SENTIRE FRA
LE DITA
LA SERENITÀ
CELESTE DEL PROPRIO SPERMA
UGUALE A UN
SEME DI ZUCCA, SENZA CORRERE A CANDEGGIARSI
L’ANIMA, A
PROFUMARLA DI AMMORBIDFENTE
3
STO,
PER UNA
COLPA ANTICA, ABBAGLIATO DA
AVVENENZE
SALTUARIE.
FA DI ME UN
POETA POVERO LA MIA PAGLIUZZA
GENTILE, UN
GRIDO UNICO
E MI
AGGROVIGLIO A ME, PERCHÉ ME È NIENTE
CHE LA
ZAVORRA RECALCITRANTE, IL LUME SPENTO AL SEPOLCRO DEGLI IDOLI
DELLA PAROLA
E MI INGARBUGLIO, MI ARRUFFO
SOLO COME IL
GIOGO IN MEZZO AL FONDO
RE CHÉ MI
FACCIO CONSONANTE
ALL’ONTANO
DESERTO, AL FONDO __PREGNO DI SECREZIONI
DOVE SPUNTA
IL FINOCCHIO SELVATICO,
LA ROSA
AGRESTE;
CANTANDO
ALLELUIA OGNI MASSO
CHE SI
STRINGE DENTRO L’ULTIMA SCULTURA DEL MAESTRO
NÉ SAPREI DIRE
COME ACCADA Q_
UESTA
DIAVOLERIA.
SONO UN
POETA E POCO
MI INTERESSA
IL GRAFFIO DELLA LINGUA SULLA
STOFFA, LA
PLANIMETRIA DELLA MIA TORRE DI TUFO, AD OGNI MODO RIMARRÀ
INCOMPIUTA
MA POSSO PERCORRERE OGNI TIMPANO
DELL’INCHIOSTRO
SCRIVERE ODI
ET AMO,
VERO LO FINGO
DI NON SAPERE IN CHE MODO SIA QUANTIFICABILE
EPPURE QUI
MI GEMMO, CROCIFISSO
AL MIO
A-MORE.
4
E VEDO IL
MELO LIEVE, FIOCO COME LA VOCE
AL MATTINO
DOPO UNA NOTTE
DI CANTO E
DI VINO
TENDE UN
RAMO IL PICCOLO
GUADAGNO
VERDISSIMO, L’ULTIMO, VORREI
OFFRIRTENE,
MA TU SEI MORTA.
ALL’INDOMANI
SARÀ SEGATO \ I
N MILLE
PEZZI. PER FARNE,
VOLESSE IL
CIELO, QUALCHE CROCETTA DI LEGNO,
O MAGARI
QUALCHE GIOCHINO PER I RAGAZZI
DEL
VICINATO, E
PERCHÉ IO
POSSA ALMENO TINGERE DI OLIO UN
AVANZO DI
PANE. UN ALBERO CHE NON DA PIÙ FRUTTI – DICONO - NON È BUONO PER NESSUNO
MA PER FARE
UN’ALBA, E FARE GLI OCCHI A UN UOMO,
PUÒ BASTARE.
IL MELO, IL
VECCHIO
RONNY – RICORDI QUANDO
DECIDEMMO DI
DARE UN NOME PROPRIO ALLE COSE?
ED ORA NON
HA PIÙ SENSO
PERCHÉ
L’ALBERO SARÀ TAGLIATO,
PERCHÉ NON
HO PIÙ
CUORE – AL
SUO POSTO C’È UN PICCOLO
CARILLON
STONATO
CHE NON VA
COME SI DEVE. TI PREGO, SIGNORE CHE FAI STENDERE GLI
ALETTONI
DEGLI AEROPLANI, FABBRICAMENE
UNO, E
RIMETTILO
AL SUO
POSTO, GRANDE
TECNICO DELLA
VOLTA CELESTE, MA CHE SIA BELLO CALLOSO
STAVOLTA, SE
ANCORA SEI
IN OGNI COSA QUI DA QUESTE PARTI - O DOVE –
CHE FAI GEMERE LA TUA NUOVA
CREAZIONE.
CREAZIONE.
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