I
Suona ...o meglio, sona.
Sona, come vuole la cultura che
ha dato a Pasolini nome di tutte le strade –
Suna in mezzo a gli sterpi sona, o l’enigmistica
d’autore come all’
orecchio un telefono granilante limpida
liquida_mente da cui viene
anche l’amore im_profondo di cui poco capisco
, là, suona, che pure non è, che
la tua voce è, aperta, visibile, effervesce
E’ nuda la tua voce , come quando ho pisciato in
quella fonte
a pochi scatti gialli dal Quartiere Latino, nudo
come dire sporco
come un maddalena maria
- I cessi
pubblici erano troppo
costosi,
e mi servivano
soldi perchè all’epoca avevo la fissa per
le circonferenze -
Posso udirla. E di fatti la odo, è il suono che
fa la bicicletta
quando freni con tutte e due le mani
di colpo, in un libro.
II
- spezzata, ma questo non mi inquieta -
Molto di più temo la furia di
Giove, e di Odino
e Ginevra e gli altri, letti in qualche rivista
che li accomuna
- la cricca dell’osteria –
Potrebbe - Ma
potrebbe è solo un modo che abbiamo noi poeti di
coniugare l’imperativo
Potrebbe sembrare un’assolo di Jimi Page, O
Jaques Breel che per una
buona volta non ti quaglia con uno sputo
di vesuvio
Fatta con la carne di tutti i macelli della terra
è anche la mia voce,
in mezzo a una piazza, che gira
lento lento uno strumento
a corda
E non si tratta di roba da preti, di chiese
E camelie
incise su un vinile
D’epoca – tutto è un tempo solo non filo/sofico/logico
Sono così anche le strade di Roma, e di Lisbona duttili
come si nega
ed è giovedì e non puoi, soltanto. Solo per
questo.
Marie che pregano infinita_mente
III
E chiedono perdono per i peccati commessi da
Gesuccristo.
La parola che brulica di bianco porpora. Ove spogli
la voce e porti
gemiti che si inanellano per mitosi
piano io
esco dalle nostre feritoie, da vecchio lupo con
il pelo tutto al proprio posto
in_ verso ad uno stare, e la Vecchia finestra
della casa di mia nonna verde
ultima, batte per nessuno. E tu? L’hai
sentita, battere, tu?
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