domenica 9 dicembre 2012

La Gioconda








































I


DISFINITO,

DISINFINITO, MELIUS DEFICERE, MELIUS ABUNDARE TANTO LA CAPRA va al CARDO come i lacci 
stanno ai duroni,  calli a vivere per a - more.,
E I CARDI SONO SFIORITI LUOGHI IN CUI TUTTI SI TROVANO  S-FIORITI
IN ALTRI GIARDINI, ADESSO CHE CHIAMI
DA UN

TELEFONO RUBATO A UN DIPINTO DI DALI’
LA STANZA È ESPOSTA MALE.


DOVRESTI PROVARE CON LE PIANTE ACQUATICHE LE NINFEE AD
ESEMPIO MA NON ME NE INTENDO

CON QUELLE ME LA CAVO,

iN UN’ACQUA CHE SCROSCIA, DALLE TUE MANI, DA UNA ROCCIA, DA UNA CAMPANA AL CENTRO DEL MONDO, O
MAGARI DA UN RUBINETTO,,  E MI RICORDEREBBERO OGNI VOLTA DI ULISSE,
ED È PER QUESTO,, CASO MAI ANCHE TU TE LO STIA CHIEDENDO,
CHE IO ME LA CAVO

NON FOSSE PER QUELLA “E” CHE MI PARREBBE
CALIPSO  degna di ogni lode

SULLA MENSOLA, PICCOLO TAVOLO TONDO dove siamo tutti figli di operai -,
PIENA DI ALTRI FIORI NUOVi, adesso. ECCO, NASCE Elia, e nascono Elia e MICHELE, 
NASCE O MUORE Elia E MICHELE
Michele, ELIA CHE io SONO, MA ANCHE UNA MOLTITUDINE DI 
GENTE NATA MORTA

E SEPOLTA PIETRA maestra

E LA TUA MUSA, LA MIA, MUSO-LUNGO CHIEDENTE A ME LE FOR BI CI CHE TI PRONUNCIO DA UNA VITA,
ENTRAMBE LE PARTI MANICO, ENTRAMBE LE PARTI SALVEZZA MA DA QUI,
DOVE SONO VERTICALE,




II


SI PUO' SOLO

SCENDERE UN MATTINO, FERMARSI IN STAZIONE, BERE UN CAFFE’nero SACRAMENTALE, FUMARE SACRO, 
PISCIARE SACRO, TENERSI PER MANO, COSTRUIRE GIOCATTOLI
PER CHI POTRA’
FARCI VOLARE I CALABR_ONI, GLI AQUILONI E AEROPLANI, 
quelli DA INUMIDIRE IN PUNTA
NAVIsCELLE SPAZIALI NEL NOME
DI S. MICHELE

NON SI PARTE, SI PARTE IL TEMPO È FERMO, E LE PARTORIENTI SONO RIMASTE CON LE COSCE
SPALANCATE DA SEGRETARIa, I DIRETTORI D’ORCHESTRA CON LA BACCHETTA
sulla scivania,
E PAVAROTTI divo CON UN DO DI PETTO SU 
UN BACIO VERGINE

LA VERITA’ E’ IL SOLE, LA VERITA’ E’ LA LUCE,
LO DICONO I GIORNALI, E SI SA COSA FANNO
I GIORNALISTI
PER FARE LETTUTA, E’ DA TEMPO CHE NON NE
LEGGO UNO, A PENSARCI BENE
IL PER SENTITO DIRE, PERFETTO,

VALE UNA CORSA ALLA BIBLIOTECA COMUNALE,
AL GIRAMONDO, al giratempo e sto ancora a giocare 
con le clessidre, e le meridiane,
e per prudenza calzo uno 
 orologio.

CERTO, BEATO CHI FRA VOI UOMINI NASCE ALBINO, SUE SONO LE TERRE E CIO’CHE CONTENGONO
QUI è TUTTO ARIDO, AMORE MIO, NEMMENO LA MIA MANO
L’ALTRO GIORNO ERA PIU’ MIA, O DI QUALCUNO

IL PRIMO COMANDAMENTO, NON PRONUNCIARE LA - E- in_consistente–IN VANO,
NON STANCARSI TROPPO, O PARLARE IL MENO POSSIBILE
ascoltare il rag time
CHE DI INNAMORATI SIAMO PROPRIO
IN TANTI

MA I PRETI NON SUONANO LE CAMPANE PER CASO – NON -, I PRETI NON CHIEDONO CAMBIALI PER CASO – NON -
I PRETI NON COMPRANO CHEVROLET PER CASO - NON  -I PRETI NON ABUSANO, NE’
BUSSANO PER CASO MAI, I PRETI, LE PIETRE
I POETI

E "mon amour" è SOLTANTO UNA MARCA DI FIAMMIFERI, O IL NOME DI 
UN LOCALE PERDUTO IN UNA GINESTRA DI RICORDI

CREDO, MA

PER L’OSTIA BISOGNA PRESENTARSI A MESSA CON LA CHIAVETTE USB, o la SIM, VISTI I 
TEMPI CHE CORRONO,, CI CHIEDERANNO PURE SE ABBIAMO L’ANTIVIRUS AGGIORNATO,
LE FORBICI, IL FILO DI TERRA E OGNI COSA IN QUESTO TEMPO UNICO
E LA SCATOLA CON LE ROCCHETTE, e TUTTO QUEL TINTINNARE
DI BOTTONI

OGNI COSA STA, NE’ CENTRO ESATTO DI SE STESSA
MA SOPRATTUTTO OGNI COSA STA -
che tutto ho avuto

dalle lezioni di francese.

E IO NON SONO PARCA, NE’ VIVO PER CHISSA’ QUALE SOTTERFUGIO O SONO SOLO UNA FESSURA SOLTANTO.
FOSSE L’ERA DI CESARE O L’OM DEGLI ZINGARI SENZA CARRI O’ POSSESSI,
LO ZAR DE LA RUS, NERUDA, SAREBBE LO STESSO,
LE FORBICI O COLONNE LAI

E PENATI

NON SI SENTONO CHE BATTERE desaparecidos SUL TAMBURO IN PELLE FINTA
NELL’ACCAMPAMENTO VICINO AL CENTRO
COMMERCIALE, CANTANO DI

BLOK, E SBUCCIANO CIPOLLE

E CHI ASPETTA LA FINE DEL MONDO, HA  gia' LA MONETA PER FARE A TESTA O CROCE,
nella mano santa, BUONA SOLO PER TELEFONARE 
AL PIU’ VICINO OPIFICIO DI PIE ANIME I_
NTABARRATE DI ARGENTI
  E ACRO



III


SONO MIE LE FORBICI, LE DESIDERAVO DA TANTO, NON CREDERE CHISSA’ PER COSA,
PER FARCI I FUNGHI A PEZZETTI, I CHIODINI SEMBRANO
TUTTI CAZZETTI.

A ME PIACE IL SAPORE DEL DADO STAR, però,

per me è COME UNA DIVISA PER IL PALATO.
A ME PIACE GUARDARE AL TRAMONTO - DA DIETRO
ALLE SAGOME DELLA PERSONE

a me piace tra dire e fare c'è di mezzo il mare
a me piace la madonna in trono con bambino
secentesca nella chiesa
  vicino casa

quella che ci ha salvato dai Mori
che pure la adorano
  con  le ginocchia

piegate e le mani piene di fame, E mi piace che i tuoi occhi sono sempre
ad ogni modo i tuoi occhi, amore, verdi e celesti
e neri come olive nere e gialli 
come un furto.

A ME PIACE L’IDEA DI DIMENTICARE CHE LE COSE POSSONO O NON PASSONO PIACERE
A ME NON PIACE IL VINO, E AMO LE OSTERIE DI ALDA MERINI
E SE PROVO A MORDERE UN FILO DI RAME ACCESO
IO DIVENTO L’ALLEGORIA DI CHERNOBYL
E MI PIACE PENSARE

CHE PAPA CAROL è stato uno dei più grandi 
esorcisti della storia


E VADO PER LE PISTE DA BILIARDO A RACCONTARE, a tracannare
LA MIA STORIA DI SEMPRE, che ècomunitaria
ANCHE SE - SEMPRE - MI FA PAURA
E mi piace dimenticare 

che le cose possono o non possono 
fare paura.



IV

les jeux sont faites, rien
ne vas plus
DICONO


HO MESSO PIEDE SULLA LUNA, con quel cantante che ha lo stesso 
nome di un astronauta  IL TUO PETTO è SUDATO, 
DIONISIACO FEMMINA LISCIo, come nella 
pubblicità GASSATO,
FERRARELLE.






















Elia, Michele Belculfine’  9 dic. 12 




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2 commenti:

  1. Miche'!...
    ci vorrebbe un anno intero per commentare questa. ma anche tutte le altre, in verità.
    mentre me la leggevi mi pareva che si fosse scatenato un intero pianeta, in una fantasmagoria di luci suoni pensieri follie cose serie e cose quasi impossibili.
    ma ai poeti è concessa libertà di minare, e se_minare

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  2. Delirio+follia= POESIA

    UN BACIO
    FRANTZISCA

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I COMMENTI SONO IN MODERAZIONE.
SARANNO PUBBLICATI SOLO DOPO MIA LETTURA.
GRAZIE, ELIA