mercoledì 26 ottobre 2016

Il Fabbro, a Fabrizio


Red Hot Chili Peppers: Cover of "Californication"





















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Via, ma per poco
ed è maggio ed è settembre. fra
le dita istanti di lune vecchie passate palmo palmo fino a uno scrigno di perle
che tieni come il pane fra
i pensieri di ieri.
io per destarti una dimora di seta, per una
chiusa lingua di fiume _ vai, ma per poco
assurdo ridurre a una formula: nevi sopra lutti nei patii
gialli di danze rosse di nubi: vedi?
piove, piove.
ma se chiedessi sarebbe fuso di sorgiva; e
non t’uccide il brusio allineato
di risa di spasmi nella valle bagnata di semi di mura
quantità e logiche: affari di respiro e di filari.
questo il rostro che si pianta bulbo a fondo_
e t’illude e t’elide
quell’idea acerba di livore sedotto. vai via, ma per poco…

*
e torna a suonare, al globo delle voci,
l’altalena che cigola di dolore (,) torna per blandire il sangue di una radice!
qui mancano
ragnatele, argentari, brumisti dall’aria soma di ritorno da taverne e
tabernacoli alla stiva _amen e salute_
qui mancano i poeti…

*
intatta la parola per un
cerchio di fiamma e arena_ intatta, inutile.
chiamavi terra nella gincana mansueta
di fremiti senza doni e giorni
e opere e giorni.
ti sollevi dal vento morituro di una rotta,
maturo di una fede ignorata,
di una fraternità compiuta futuro...
che invidiavo ai gatti nei cortili, e le stille dei canti,
stretti da un avanzo, a una gioia, a un lume del sangue
per una catena di allegrie
del sangue.
piove, piove - e mi parve il mio nome, sordo,
da lontano inciso nella tua
dinamo.

*
crepuscoli terraquei, 
timorosi di uno spasmo
chiedevi  versi di cargo_
via da farci passo per fiato, sino all’erta delle fate migranti, dove i tuoi occhi al
solo tocco vanno via di luce fitta o cantavano lungo
il cinto dello
stagnaro, e l’erba geme, allora, e si smarca
una sorgente di prim’alba, nel gioco che dici di sferiche perdute,
ma per poco, come il corteo dei fiori, di lampade sulle spalle dei santi
del massico; che rivolo ripensa
questo poco poco. ma lascia ferma la rotaia, il rollio delle culle... (!)
miracolo di venti; acque senza sonno, senza  
miniera.


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