lunedì 4 luglio 2016

villanesque

Teresa De Sio_Villanelle Popolaresche Del '500








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riposa sull’argine del pensiero             una  favola di rocche 
                                                                                                                      gassose…
abbandona qui il tuo credo,
la morte è un oste, ti invita a fermare
il tuo digiuno...

anche oggi lo stesso sbocciare di fiori
i raggi inondano le alpi delle sibille.
chi è vicario, chi è re lasciammo a far muffa nei
forzieri con folgori di gocciole, con monete tinnanti di
una eterna 
sorgente, coi piedi frullanti sandali 
di legno illogico,
i sai, le tiare, i nastri di 
polveri, di piume...

*
i nostri occhi bianchi di mandorli silvestri
rubini di mele appena staccate, 
continua il pagatore all’uomo senza stemmi - al centro 
della vena un ceppo d’oro d’assenzio,  in un batter d’ali… >> 
poi tace ed entra al cospetto della propria
inflorescenza.

l’uomo di senso, il detrattore
il pagatore, l’uomo senza stemmi avvolti
in una luce color airone del sole.  
questa - tu dici - è una storia immorale, di alcuni di
loro non dico nevischi, fortuna, ma i cieli-cava sulla traccia di
gonne di zingare_ i piedi d'argento_ le danze

*
non so dove il tempo ieri 
sia passato, ma
so dove il mio cuore batterà la polvere domani, lacero dalla via...
con una camelia sulle labbra scrivo la mia
bandiera e l'oste mi verserà da bere l'elisir perduto
rosso d'oro, per dar forza alla 
                                       mia canzone...


sui rami gelati il ruscello del cielo.
e ora lasciate che continui _la mia storia.


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