domenica 22 maggio 2016

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Copertina di Foxtrot dei Genesis
























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ciao cara
poesia eutanasia
invenzione del mio dito sul grilletto splendente
amore sia,
abbiamo qui nel futuro
ogni cosa dimenticata_ va’ poesia
come uno spiritello a baciargli la bocca che il castello si dilunga in
una chioma stellata, la grotta s’affonda fino al ventre della cagna
è finzione, mia cara, il dolore.
ma non lo sai, non vedi, e allora per convincerti
farò al tuo collo un filo di parole con le parole rubate
con l’arsura intatta di un povero canto
con le mani sporche
con le scarpe ben lustre.

poche muse in giro e troppi musei.
io sono africano perché ascolto i canti 
di saliva James
chiuso nell’uovo da quando ho scoperto l’america
era appena voltato l’angolo lungo la casa
della mazzone la forma di una madonna con 
gli occhi gialli di noia
vieni nel mio antro e lascia che ti 
pulisca il cuore
dalle ossa.


*
o tu, corpo luminoso

che hai attraversato i miei
vent’anni
maturavi in una clessidra ogni frutto perduto
delle ore: lì sogni di stare: un verme alle sue maglie
fra i nodi e i pensieri
fra le forbici e gli occhi, nell’azzurro della polpa
incantato dalla morte in un
istante
in un istante  il grido concentrico
echeggiante
che riconosci dalle cicatrici buone come il pane illuminato, in un istante
sei madre della terra, l’albero muto che parla ogni lingua
se lo accompagni con una chitarra…



cane                  transatlantico
paura                       fiammifero
fumo            portachiavi
limoni                montale
perdono                                 arazzo
futuro          cassa
veloce                             piede
scopa                       desiderio
marzo                              fortuna
iride                                pioggia
spiaggia                                       limo
amo gatto
ramo destino
caramella padre
sorella         cristalliera
madre                       marea
luna clessidra
calendario mozart
sas albero di pesco
fiume whiskey



*
sul cane un transatlantico adagiato,  sulla
paura della luce,  un fiammifero in bocca
alla fiammiferaia: fumo fra i portachiavi
penzolanti fra i limoni dell’orto di montale
perdonando l’arazzo del tempo per aver predetto il nostro
futuro battendo sulla cassa
veloce il piede della scopa_  era
soltanto desiderio in un marzo di fortuna, noi abbandonati nell’iride
della prima pioggia sulla spiaggia, ingoiando il limo della sovranità
dell’uomo sull’amo  gettato ai gatti del tempio. il destino gemma come
un ramo di ginestra: impossibile è solo la parola
caramella…

e poi ripeti repetita iuvant 
all’uomo che
non vede sé nello specchio repetita 
iuvant all’uomo che
non vede sé nello specchio e poi 
inventa, usa la gioia_ 
usa la gioia siamo tutti buoni a sottrarre 
tranne gesù cristo.

*
mia sorella è una cristalliera, mia 
madre gioca ad alzarsi la gonna con la luna. 
ho una cava di ardesia che mi chiama cugino, siede
al mio fianco nei pranzi di festa... ogni cosa che luccica
è oro, qui, e dura per sempre. 

il banchetto di erato
il banchetto di erato...
questa è
magia nera.






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