lunedì 4 aprile 2016

ottocento argento




ottocento argento



 



































1
ascoltando il re cremisi
cantare
fra i giunchi lunari, una pietà
di gesso al vento_ opera
dell’ultimo poeta della terra_ come una bandiera_
di qui non si passa_
soldatino cuore di latta_
il giardino umido dei pensieri delle formiche
non sono mai stato così vicino
alla vita_

2
tutto questo che adocchio e non vedo
ogni dunque imparato e omesso
pare l’origine delle stelle,
sulla coda di lucertola del tempo,
scegli: essere dicembre
o l’estate del vino, il corno alla volpe,
il giardino dei grani verdi appena appena...
per i santi dell’ultima festa_ il tuo ragazzo serba un diamante di vento
nel cuore
lo rivedi dall’ampio crine di rose
negli occhi_

*
lasciate che l’idolo accenda
la torcia delle fioriture_
esiste nel mentre del fiato se credi possibile il suo bisogno
di creatura...
e che l’ampio piatto delle offerte
non gema fra le braccia
del giorno...  o che tu non lo oda...
a racimolare un vitto di cera...   da quelle braccia occhio d'ardesia_
non sono più che una squama… ma un uomo senza
altari da lustrare... come seta
e bevo alla salvezza,
                             ai lumi ...sconosciuti  lumi....

3
che nessuno sveli la parola
per aprirci mondi…  sì...
di loti in un forziere
di profumi… 
mostrandomi al dio delle genti per la discolpa di pochi_
per il lucro dei guardiani
alle porte del giardino segreto.
amo in te il dis_senso    la fittezza dell’animo sonante come
un palazzo.. un regno… come l’ape fa il miracolo
al fiore...
fa’ che io riposi dove termina la mia
fede e incomincia una tastiera! in che villaggio
in che spasmo o furto o deserto desiderio
amore, ascoltami
mentre fra i tuoi pensieri
calo la miniera che scoprimmo assieme nell’intimo
fonte
del mattino… 









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