ottocento
argento
1
ascoltando
il re cremisi
cantare
fra i
giunchi lunari, una pietà
di gesso al
vento_ opera
dell’ultimo
poeta della terra_ come una bandiera_
di qui non
si passa_
soldatino cuore di latta_
il giardino umido dei pensieri delle formiche
non sono mai
stato così vicino
alla vita_
2
tutto questo che adocchio e non vedo
ogni dunque imparato e omesso
pare
l’origine delle stelle,
sulla coda
di lucertola del tempo,
scegli:
essere dicembre
o l’estate del vino, il corno alla volpe,
il giardino dei grani verdi appena appena...
per i santi dell’ultima festa_ il tuo ragazzo serba un
diamante di vento
nel cuore
lo rivedi
dall’ampio crine di rose
negli occhi_
*
lasciate che
l’idolo accenda
la torcia
delle fioriture_
esiste nel
mentre del fiato se credi possibile il suo bisogno
di
creatura...
e che l’ampio piatto delle offerte
non gema fra le braccia
del giorno... o che tu non lo oda...
a racimolare un vitto di cera... da quelle braccia occhio d'ardesia_
non sono più che una squama… ma un uomo senza
altari da
lustrare... come seta
e bevo alla
salvezza,
ai lumi ...sconosciuti lumi....
3
che nessuno
sveli la parola
per aprirci mondi… sì...
di loti in
un forziere
di
profumi…
mostrandomi al dio delle genti per la discolpa di pochi_
per il lucro dei guardiani
alle porte del giardino segreto.
amo in te il dis_senso la fittezza dell’animo sonante come
un palazzo..
un regno… come l’ape fa il miracolo
al fiore...
fa’ che io
riposi dove termina la mia
fede e incomincia una tastiera! in che villaggio
in che spasmo o furto o deserto desiderio
amore,
ascoltami
mentre fra i
tuoi pensieri
calo la
miniera che scoprimmo assieme nell’intimo
fonte
del
mattino…
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