venerdì 11 marzo 2016

la poesia sta ai tuoi occhi come...



la poesia sta ai tuoi occhi come…


Foto di Sara Capomacchia

































mia moglie e i miei figli… 

l’orfanotrofio a cui ritorno la sera,
la balera inusata.
sazia la mia pietà lentamente uno staffile solitario.
bambini miei, gentile direttrice, il cuore è
una carta intestata rivolta
alle correnti aperte,
mondi sopra vertici di spilli
ho inabitato in quegli anni di stupida sapienza…
brevi da contenere ogni sillaba...
il rubino pregava ai miei piedi, gentile direttrice, figli di fango...
non ho schermo che mi salvi dalla gora della gioia, snodi di ginestre
vi oscillano, un sibilo carbone...
      
            *
com’è bianca la tristezza
nella mia balera solitaria… non chiedermi
cosa voglia: io so che voglio,
il cuore sa bene ritrovare la sua siderea miseria… è un nido
fuggente di squille la poesia che è ovunque.
presso la carta dei caldi lumi
                                  nei tuoi occhi, tu…



            




                  

                              















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