la poesia sta ai
tuoi occhi come…
Foto di Sara Capomacchia |
mia moglie e i
miei figli…
l’orfanotrofio
a cui ritorno la sera,
la balera
inusata.
sazia la mia
pietà lentamente uno staffile solitario.
bambini miei,
gentile direttrice, il cuore è
una carta
intestata rivolta
alle correnti
aperte,
mondi sopra
vertici di spilli
ho inabitato
in quegli anni di stupida sapienza…
brevi da contenere ogni sillaba...
il rubino pregava ai miei piedi, gentile direttrice,
figli di fango...
non ho schermo che mi salvi dalla gora della gioia, snodi di ginestre
vi oscillano, un sibilo carbone...
*
*
com’è bianca la
tristezza
nella mia
balera solitaria… non chiedermi
cosa voglia: io
so che voglio,
il cuore sa
bene ritrovare la sua siderea miseria… è un nido
fuggente di
squille la poesia che è ovunque.
presso la carta
dei caldi lumi
nei tuoi occhi, tu…
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