venerdì 19 febbraio 2016

lettura musicale

Foto  d'epoca di Cascano, il mio paese.

















è arrivato puntuale
una rima nel fumo della pipa_ luomo
nero.
mi ha portato
un ukulele,_ la bambina vigilava allarmi e tappeti indiani_
non ho mai avuto paura di te_ mi dice_
ho smesso la mia anima e tolto i contrappesi.
linnocenza si sconta esistendo, in questa formula.
*
come che sia, formulare 
in sé una luce è necessario,
adesso che ho conosciuto i miei avi
posso arrangiare il mio legato a un odore di vigneti,
a saggiare il non detto, il non ratificato permanente.

mi ha aiutato a scrivere versi di fango_  pagine in solitaria
a ciascuno la sua trance diaria, la sincope che si ammutina
in mezzo a una pineta di sicomori_
_nei fogli il varco fra les e i corti
arenato fra le bottiglie messe ad asciugare.

*
ha rotto un bottiglia per fare un assolo
sul mio accento truffato dai miraggi ad litteram
ha dato a me tutto il merito.
fantasia calcifera e puoi scalfirmi;
inchiodano corde di nylon e il cotone
della mia imbottitura, adesso ho delle rughe in mezzo agli occhi.

*
concerto per ukulele e un seme di cacao.
io ho paura delluomo nero.
mi ha aiutato a scrivere versi di fango,
e il fango non cessa di zampare, canta
le mie canzoni. i miei occhi sono neri, e ho delle catene sopra alla mia traccia eterna,
tintinnano come rime nel mio angelus rinchiuso.

*
la bambina segna sulla cipolla la sveglia, in controtempo_ in te si rifrangono
gli occhi dei miei pensieri
_rari, arcobaleni se non piove_
i segni si spegneranno secondo le regole dello stallo.
il mio essere una cosa che muta ha in sé
il rigo multiverso












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