domenica 21 febbraio 2016

al caffè lungoceano

Foto Storica di Cascano (CE)
















al caffè lungoceano
hanno imbiancato il muro della poesia __
altri lo imbratteranno e poi sarà bianco
e poi lo imbratteranno con  i nostri nomi.
questa è la terra santa_ un suffragio di luce alla nostra ripa forzata.
né realtà né sogno, qui abitarono aleksàndr e alda e garcia
ardiamo tutti di una grande certezza_
in un dirupo immortale_ quando vi entrai mi accolsero gli occhi dei miei figli, oh quanto vi
amai,
e ogni giorno divento padre, e mi divora lurlo inanimato.

al caffè lungoceano non ci sono luci
ma solo cirri e stelle,
con un violento grido rotante.
solo il vento. e i pescatori bevono al banco linfuso dell'ascesi e ci vanno
a dormire le navi, laggiù dove morivamo dannati
e non avevamo più vesti se non  il fiore crudele,
il fiore  intatto che chiamano 
per sempre.

il mio cuore hanno estirpato di ogni frutto, signore, è
la malerba che ora mi cresce nei capelli
e nella mia fatica:
non conosce la tua lingua.
impara la solerzia di queste erbe che hanno sepolto la mia lingua, signore.
quante strette di mano si ribellarono, ne facemmo molli cuscini
fradici di fede e di errore.
quanti avidi occhi gettati
nelle occhiaie incolte delle carrozze, perle sul dorsale della sera.
qui a volte vengono a riposare i treni.
i poeti non sono  bene accetti, bevono recitando le poesie 
di charles.

*
sei entrato laltrieri, piccolo melo,    
 e benedico la tua prigionia,
sei l' esempio della mia bellezza,  l'ennesimo di una cifra di suono
che più non conosco.
sei il labbro della parola di dio,
per questo impasto di risate che ho nellanima
e mi riparte da ogni albore,
cercando il tentacolo di medusa del tuo sapere che è la mia scienza infinita.

ebbro di una parola
<<dove >>          negli occhi  e forse pronunciasti
unamicizia senza ossequi,
schierando tutte le mie ombre. lascia che alzi le mie distese al sole;
ogni cosa _è vicina 

alla gioia, _______levando l'immagine della
sapienza da un discorso di pietra e mi  
addestro alle inutili  salite.  

al caffè lungoceano  si 
rallegrano con poco e
 cantano   le rose nel mio respiro ogni giorno_ ascoltano il mio placido sonno,
non posso vibrare come un falò  puro 
e prego gli dei e canto la luce e 
mi abbandonano su unansa a tremare di
bellezza.
ti raggiunsi mentre  ti scortavano   alla
porta - piccolo melo, al  mio argine esangue, dissi  e mi seguisti, tintinnando  le tue monete     e 
un

fiore di gelso       rubato   al 
giardino di dio













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