domenica 22 novembre 2015

Follia

                                   Vieni, posso insegnarti come si attende |
                                                       Foto di Carmine Petruccelli










1
dente di mastice o dente di leone? dente di dentice
e dente di latte__ i miei_da_
non sono ancora caduti, il mantice di dio rumina
lungo le rive e io non ascolto il popolo invoca attila  e io non ascolto,
neppure mi presento sto a sussurrare come una lappola che è nulla
della sterile congiunzione il sussurro, in pari al grido <<uomo>>
rima con ferro con tuono: nullo,
  ho detto.
che almeno sia erede:  mandorlo, infante 
 
di specchi - chi sono? molti mi
  hanno chiamata - follia;

         diedero 
      a me 
colpa
    della peste 
          nel villaggio. 
                       
                    ho aspettato di essere
              giustiziata. 
     come l'allodola:
                 per cent'anni
<< non cuocere due 
  pesci in due
padelle>>
                                                       

2
chiunque tu sia stato,
colei che sarai, e stata: vi ho battuti:
e hai vinto. alla sfinge 
io
di qualcun altro: ma non mi trascini
i piedi e stanchezza dei
posteri, nè fiato. scolpito nel cuore del
silenzio,  a guardarti negli occhi quegli altri
occhi; alla lettura delle viscere dei miei pomodori, alla
pulitura del sale dalle lacrime, al magro da bollire con le foglie
di alloro rimaste.
come chi ha già tutto donato,
senza quesitare.  far disparirne   dai sipari
ogni prova di innocenza.
al multiplo di qualcun altro non uno qualsiasi
vendicare una quota di bellezza. e la sozzura.
guardare negli occhi miei quegli altri miei occhi
tuoi miei miei tuoi.     vedi  le cinerine
                                                     somme?

                                 cappelli
                                          con penne 
                                                                  nere?

***
il vespro digrignava i denti _   la nostra casa
di pace divisa linferno dappresso
troppi cammelli passati per la cruna.
viene dal sabato
una rocchetta di ceneri_  segnali di fuochi: le case di
pezza _ come ogni week end  ti inviterò al cenobio,  inventerai
una scusa per non sedere sulla sedia elettrica
comprata su e-bay.
ma un fiasco di vino fatto da te.
non cè bisogno che cerchiate il pelo nelluovo
alla mia fiacca.

3
il mondo strizza gli occhi, si affannano 
i cani all
ultimo osso,
alla letizia di incauti calori per la vita incauta.
a tutti i costi essere qualcosa di
nullamente
mortale; anche lei 
si insinua
in un anelito di gravezza - brava -      :sarà dentro di voi e su di voi.
chi ha un buon orecchio intenda lapostrofe.
però in cielo sarai accolta da un 
pacifico eterno stallo.
animelle da soma.

***
grazie miracolari mai chieste e 
perciò debite, chiamano gli unni
all ultimatum, il genio al crocicchio e ingrassa.
sei rincasata come un bambino, come 
una lunga canzone sei nella
quale non si incontra anima viva. e dico 
di nubi, di nippoli, di lampare 
non a filosofi di tristezza, non ai carli
i ferdinandi i filippi, non ai senati, ai quirinali
ed ora stanno lì, sulle spine, ad aspettarsi*
a loro modo, omèri.   è meglio pregare che 
voler dire a tutti i costi ciò ce si pensa. 
testardi giorni, il mio rebus  avrà corolle di onici - ma per quanto!
vagabondo uomo-polvere diverrò, gioco sognante di ragazzi *_
e il mio cuore batterà un nonnulla  nel fosforo 
delle risa: dimenticatemi!

4
il mio dio è qui, 
mulina le braccia sudate, 
domanda i soldi del fitto, pare uno spaventapasseri in

quell'abito da 
poeta,
come lui anche io sono 
in ritardo. 

***
ho tirato la catenella e il sonaglio
ha sonato_ ho dato l
esame
e pagato la strega per farle      togliere la maschera. 
il sole s
infittisce sullabbraccio di due mosche; passa, compagno,
passate, fratelli, il mio porto sbatte contro le vostre
teche di cristallo,

 
entrai piano, la luce era spenta, i tavoli 
spogli, le sedie sopra
i tavoli, il sipario senza il rossore era una tela di navicella strappata
era presto e nell'oro nessuno vidi piangere.
cè forse una qualche delibera del tribunale?
una signorina si sdruciva in un angolo << di 
qui non passerai>>

                   amici, se dite 
          amore! io vi rispondo, perché
  l'amore è un brindisi
e sono stato lautunno
                                 intero a distillare 
                                              la mia goccia.










a Rossella Fiorillo -
eli.belcu.  

5 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazie Elia. Eri sei e sarai sempre grande. Se avessi tempo, se avessi piu' vigore, trasformerei questa poesia in un quadro. Se vuoi contattarmi fammi uno squillo ma non prima delle 15.00 Sono al lavoro
      Tu devi farmi solo uno squllo oppure mandarmi un sms. Ti richiamo io. 3397372892. Smack

      Elimina

I COMMENTI SONO IN MODERAZIONE.
SARANNO PUBBLICATI SOLO DOPO MIA LETTURA.
GRAZIE, ELIA