1
Non ho vissuto invano
se almeno una volta ho stretto la tua mano pallida
se ti ho tolto, perso nel mio ideario,
la bisaccia dalle spalle:
il tempo è una una marca
da bollo;
vedo che hai il
vedo che hai il
berretto in fiamme, che per scrivere usi un cucchiaino
bagnato nella conserva di limone.
Non brandisci la falce da anni, avevi verniciato
il manico di rosso, fra altri arnesi e
alambicchi della mente, bandiere
Un’apparizione
del diavolo in una stalla rimessa a nuovo per farci vivere
I tuoi genitori di ritorno dalla terza luna e due agnelle con
la tv via cavo sintonizzata sempre sullo stesso canale
L’antenna
fatta con un gruccia per le camicie
E un vecchio tino per convogliare
L’acqua
La
sigaretta mi bruciò le dita
E rovesciai il caffè giù lungo il colle,
Rotaie & Arsenali
per innalzare la tomba dell’imperatore
Astro scialuppa, nugoli di pulviscolo
L’imperatrice
in lacrime, i suoi orecchini di occhi di
Pavone calpestati dalla suola dei miei sandali Di fango & bellezza
No, non ho vissuto invano, ____
Le fiamme raggiunsero il giardino
della metafisica incuneato
nell’anca dell’aurora,
recuperai
Il libro con la copertina di ghiaccio:
cibo per i lombrichi che pigiano nel tuo cervello per accaparrarsi il
brevetto di un crepuscolo all’occhiello
di Odino.
2
No non ho vissuto invano
Se riesco a tirarti fuori dal tuo lingotto d’oro
Dal tuo stiletto refrattario, dal tuo libretto postale
Dal bianco tipografico,
dalla tua urna benedetta con il
vino diluito al miele
con quella sporgenza
Nello stagno per farci entrare i
tuoi piedoni parlanti
Nessuno sarà più in grado di mettere su quel
numero come si deve; una
coperta sulle cosce
I lobi delle sue orecchie nudi
Adornavano
La fantasia dei rami battuti al vetro dal vento.
<< sono il tuo bimbo, il tuo bimbo per sempre>>
No, non ho vissuto invano
Se una voce, un frutto a forma di specchio
Ho liberato
dalla tua voce.
3
Ho allacciato i finimenti per passare il fiume,
colmo del mio dolore
Di gestante - il mio feto di pezza -
La più fredda indifferenza la più sola
E ti ho chiamato fratello,
e ti ho visto passare, andar via ,in un pasticcio di lecci,
hai allentato l’attesa
arrivederci, amico. Al più presto ti invierò
un foro di proiettile
montato su un anello d’oro
Se questo accadde io non vissi invano
*
Apri il libro delle Ore
in cui una stella, una stella sempre appare_____ reclamando un pasto
caldo
se io te l’ho indicata _________con il capo
sull’erba lambendo
la tua premura
io no, non ho vissuto invano,
4
Se tutto questo non avrò fatto
E fra due cataratte d’ali di
colombe io
spostandomi piano da sembrare
una carezza d’ocra
al prato verde appena
non avrò scritto i nostri nomi nella cinta ove
gli inguini sono arcangeli e
fanno la loro muda bevendo al calice
dell’Onnipotente
con le tue labbra come
gabbianelli
allora sì’, avrò
vissuto invano, e per
poca cosa avrò fatto l’amore
su questo giocattolo a corda che chiamiamo
Cuore. Bene non so.
Ma quando prega invoca
il nome di Ofelia, piegato al ceppo
del suo piatto di lardo.
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