domenica 7 dicembre 2014

Ballata Per Jim Morrison


















1

Perché Oggi è la gioia,
Cala sul respiro del cubo cardiaco.
Immetti uno scricchiolio nei flauti scoccati
Dallalto del torrione   - i colombi
svaniscono nel turbine acceso della lampada.
Ritornano, amandoti, i piccoli ori
appesi al nespolo
Oggi non bastano le parole
Quando il vespro non è più che un tremolio di lumini
E ogni uomo corre a rintanarsi
-          Per farsi bianche di più le mani
Nel fondo della miniera
Sul pinnacolo del lemma
Fuori da finestre chiuse per urgenza
Sotto, fra i coralli, avvolti in strani costumi da astronauti.
Con il feudo sotto assalto degli inguini
Dove a grandi lettere vi è scritta la parola Dio
E il nome di Montale puttana
di tutti i poeti

2
Si oggi è la gioia, dio che strappi
queste poesie
dal mio Occhio tormentato!
Dal mio corpo in cui la sete non è paragonabile alla Sete
il sopore caduto come un
diamante, allora mi desterò! Sugli specchi spicchi Di campi spacchi di stelle e
avrò piccante la voce, in un perimetro di vampe, in una prigione
argine di tutti gli uomini che si sono aperti
sulla croce come giacinti infiniti,
 - sinebrierà il giglio di SantErasmo -                            Oh, incanta
la morte, e i suoi domestici, ma veglierò per non darti colata
alla certa mia natura di piena,
che il vento raccatta. Lamore
è forse questo amore interminabile
lieve come una piuma che pesa quanto il monte, quanto la palla
calciata da un mediano ragazzino;
                                                     un portale insultato dai giorni-cattedrali
che non ho mai attraversato;

dal martirio self service
a prezzo scontato                                               latto notarile
                 della sua premessa sacramentale.

3

E allora andrò
anche io a sotterrarmi
nelle osterie, nelle corti dei miracoli sparse in ogni angolo del mondo
Dove un pugno di cenere vale una stilla e poi zero
A disperdere vuoto e creta, il rosso
della terra sgorgato dalle risa delle genti che non si fermano negli annuari
Alle spalle le luci degli stand
tra i tubercoli del sangue e il fango trascinato dentro
dai piedi nudi. Basse per non ferire
latra luce, opera profonda
del sangue.

#
Lo ghermirono luomo che avevano visto bambino. Laccusa bestemmia, il furto di un cappone.
Tanagliato alle cosce, e al ventre,  nelle ferite il piombo fuso
dal mastro ferraio.

Pesanti cordami di velluto nero legati alle estremità
dei quattro arti, e ad altrettanti cavalli,
il boia ordino la sferza ai loro reni, finché gambe e braccia non furono separati
dal corpo. Dallaltare in fiamme sogghignante il salvatore,
e ciarlatano. La folla attorno
                                               osannante.

|
_________________________
_____                  |                                           |___________

4
Oggi è il giorno della gioia, sì. Ognuno elevi
divida o accresca come meglio gli pare_____|


Danza nel vuoto e nella carne -
Il fuoco ti gela
se non danzi con lui.
                                                Parole damore

per nessuno.  _________________________________Chi o cosa può descrivere il desiderio

del calicanto abbandonato                        _ in mezzo a un cencio di terra.
            
                                         Linsensato
                                                              sibilo del serpente  a cui hanno
                                                                                                                   cavato i denti?
A questo somiglia il canto del poeta.
Nella mente il ______clangore di un
                                               bene esecrabile;
             l'oscurità fantastica del respiro.













 

Nessun commento:

Posta un commento

I COMMENTI SONO IN MODERAZIONE.
SARANNO PUBBLICATI SOLO DOPO MIA LETTURA.
GRAZIE, ELIA