martedì 1 luglio 2014

DI ROSE DISFATTE








1


LA DOLCEZZA È RICADUTA IN TE,

COME LA TRASPARENZA DELL’ACQUA - E I POETI, E GLI AEDI
NON AVEVANO PIÙ PAROLE –
LA FORZA DEI CIELI HA SROTOLATO
IN TE I SUOI PAPIRI,
COME A RACCONTARTI, L’ASPREZZA DI UNA VOCE, UNA LEGGENDA DI FUOCHI IN ARTE,
FUOCHI DI MOCCOLI, FUOCHI NEGLI OCCHI
CHE SI SONO POSATI AL TUO DOLCE PATIRE –
AMARTI SENZA FINE.
- E IL BRACCINO DEL TELEGRAFO NON SI È MOSSO, 
NON HANNO NEPPURE CONSEGNATO LA POSTA:
NESSUNO HA SCRITTO
UNA LETTERA. NÈ UNA SUPPLICA CON
LA CENERE DEGLI INCENSIERI
DEL TEMPIO. I PIOPPETI HANNO ONDEGGIATO AL GRECALE FUMANTE,
SALUTAVANO - SEMBRAVANO SALUTARE DAVVERO.
SI TORCEVANO SINO A CHINARSI AL CAVALLINO A DONDOLO
DEL RUSCELLO, MA NON
È PER TE CHE LI HO AVVERTITI SOFFOCARE PREGHIERE, - PER SÉ -
LAMENTARSI E FORSE DI UN’ALLEGREZZA CHIAMATA DAL FONDO DELLE TAVERNE
SOLO NOSTRA. SINO AL LUOGO DELLE MILLE FONTI,
DOVE DIO SI ABBEVERA ASSIEME AL SUO CAVALIERE. E UNA CARROZZA
È PASSATA, PRESA DIRETTAMENTE DAL DEPOSITO DI
UN CENCIAIO. ADESSO MEDITO DI
FACCENDE SINGOLARI,

- E DA UN PO’,
PERCHÉ MI SEI VENUTO NEL CUORE
E  LO CREDEVO IMPOSSIBILE, ANIMA GREZZA, DALLO SGUARDO LUCIFERO
UGUALE A CHI SPIA DALLA
SERRATURA UNA DONNA CHE SI SVESTE
E SI IMBEVE DI SUONI DI ZAGARE
E DI ACQUA DI ROSE E  LA PRIMA VOLTA CHE TI VERGOGNI NEL VEDERE TUA MADRE
NUDA, I SENI BIANCHI ANCORA IN FIORE, LA CURVA RICAMATA DELLE NATICHE
BELLA E DI GHIACCIO; L’INGUINE IN CUI
GERMOGLIAVA IL CHICCO DI CAFFÈ CHE TI HA FATTO NERO IL CAPO.
E CORRI ALLA CAPPELLA DI SANT’ERASMO A CERCARE
UN INGINOCCHIATOIO, OH SINCERO.

2

ECCO, FA SOLE DIETRO LA CIMA
CUCITA DEL MONTE,

- LE VECCHIE HANNO SMESSO DI __CINCISCHIARE LE MALDICENZE
SMOZZATE, I MARITI HANNO POSATO
LA SIGARETTA MEZZA RISOLTA

DOVE CAPITA. PER TUTTO IL TEMPO
IL RAME FRESCO DI DUE FILI DI LUCE HA GIOCATO CON TE. IL TUO PIANTO DI BESTIA
MANSUETA A RADDOLCIRE; NON È SENZA MENTE__ CHE NON
SUONI, ANZI PRIVO DELLO
SCOMPIGLIO CHE AL
FONDO SPLENDE INEBRIANTE DI LESSICI, TESORI SIGILLATI
DAL BACIO DELLA CERA
     SANGUIGNO

3

OH, SOTTERRARE IL MIO VOLTO BRUCIATO, LE MIE MANI, I DRAPPI INNALZATI INUTILMENTE
PER GUERRE COMBATTUTE FRA SÉ E SÉ E  PER SÉ SOLTANTO, NELLA TERRA
DI CUI –COME ME- SEI FATTO. E GLI
AMORI SMARRITI - PERDERE LA
CHIAVE DI CASA, FRA LE CHIAVI DI TUTTE
LE CASE DEL MONDO -  SFUGGENDO L’INFINITO CHE HA L’AMPIEZZA
DELLA FANTASIA FAMELICA, RECITA IL
GIOCO DI VIVERE.

QUI  NELLE TUE GHIRLANDE TENERE, E LE TUE VESTI DI LINO \PROFUMATE
ALLE CAREZZE, \PER DESIDERARVI LA CURA \ DI UN FIO DI
ROSE DISFATTE, \ BAMBINO.\














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