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Carlo
non beve caffè, e questo è un fatto.
Luna
umida ...“lumida” , per meglio dire, come vuole la moda
di
unire fiele e filosòfia
Non
avrei mai il coraggio di sposare un filosofo, lol
Alle
rose parlerebbe dando loro del
Jean
Jaques.
La
lumida luna e la breccia
che
in volo
fanno
gli uccelli al mio fiato e sopra agli orli dei tralicci
come
al mio sottanino di pizzo
rosa,
le cosce.
Mi
pare, alle volte,
di
essere una formica che sale lungo il legno grezzo
-
di questo parlerò al mio confessore -
o
mi inerpico uva
per
fuggire la volpe, per
fuggire
la volpe.
-
La vernice sta venendo via da una fianco
della banchine -
Ha
le labbra aspre il mio confessore, come morso
a un calice di aceto, per questa mia
abitudine infantile.
Viene
a cercarmi un vecchio amico non lo
incontravo da tanto: << Lasciate che indossi
un
vestito liso dal tempo – dice -
travestimento
che nasconde il pianto, togliendosi di dosso
il
pesante soprabito dallo stesso colore
del
linoleum a casa.
Penso
le stelle una 2 tre stelle, saltano il recinto,
mi
fanno il solletico all'ipofisi.
Accecate
nell'Est nascente, staccate da ogni cosa come io non sono - con
lento
| inverno – Aggiunge, staccando una foglia dalla pianta
di
thè che cresce sul mio davanzale
e
non sa che è uno stelo di belladonna,
piccolo
amico spassoso.
∞
|
Le mie dita non sono uguali a dio né
al
mio pianoforte – vanesìa – di me di me fantasmatica, estatica, invernatica
hmmm, invernatica mi si addice - quando gela
talmente
che
il calore e il freddo
si
equiparano.
Ma
più mi somiglia, il fiume, il fiume & le barche. Ne ricordo
una,
verde come la pece.
Uguale
al fiume. Un fiume non sa pronunciare la parola – io -
Più
mi somiglia sì. E il verde. Il nero, il fiume.
La
Parola Verde. La parola nero.
La
parola fiume.
#2
Poesia
Scritta Da Carlo Tella Ed Elia, Michele
Belculfinè a quattro mani sinistre
C’è nelle memorie un torrente dove canoe
navigano ingenue, tra le volte di frasche agitate
che rimuovono atterrare a bocciolo di
fiume le fronde raggrinzite.
C’è un colpire di voghe ritmato
nella quiete del chiarore pettinato flutti
leggeri che scendono di fianco
con un brusio di stoffa sciupata.
C’è un togliere del giorno al punto tempestivo,
nel momento che più vale in una durata,
una rinascita degli sguardi e del riconoscere,
un affanno di aridità delusa.
C’è un’immagine di mare e di stanchezza
che tracima dalla profondità delle anamnesi,
che delle immagine raccontano
istanti. Futuri.
Elia, Michele Belculfinè
jw=8
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